10 proposte di economia circolare
10 proposte concrete per abbattere le molte barriere che ancora oggi ostacolano il decollo dell’economia circolare in Italia.
Queste le proposte realizzate da Legambiente in sede di convegno “La corsa ad ostacoli dell’Economia Circolare”, dove è stato ribadito il principio per cui investire sull’economia circolare conviene a tutti: conviene allo Stato, all’Ambiente ed ai Cittadini, ma ci sono appunto ancora molti ostacoli che vanno rimossi.
Serve allora una norma efficace sull’End of waste (Eow), più impianti per il riciclo e il riuso dei rifiuti urbani e speciali rendendo autosufficienti le Regioni, l'introduzione di una tariffa puntuale e obbligatoria per ridurre e prevenire la produzione dei rifiuti (proprio grazie ad un sistema di raccolta domiciliare, sul modello di quanto già fatto con alcune leggi regionali), una nuova ecotassa sui rifiuti in discarica basata sui quantitativi pro capite di secco residuo smaltito, la costruzione di un mercato di prodotti realizzati con le norme del Green Public Procurement (GPP) e la reale applicazione dei Criteri ambientali minimi (Cam) nelle gare d’appalto (requisito normativo obbligatorio ma spesso disatteso), il rafforzamento del sistema dei consorzi obbligatori.
In questo contesto un pesante problema è di origine normativo: rispetto ai 165 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, speciali e pericolosi che sono prodotti annualmente, 55 milioni di tonnellate sono ancora in attesa dei decreti End of Waste. Decreti che invece faciliterebbero il loro corretto riciclo, evitando il loro invio a inceneritori o a discariche, scoraggiando il loro smaltimento illegale tramite i roghi che tanto hanno scosso l'opinione pubblica nel 2018.
Un dettaglio sulle 10 proposte identificate come necessarie per far decollare l’economia circolare ci sono:
1- una norma efficace sull’End of waste (Eow);
2- implementazione degli impianti per il riciclo e il riuso dei rifiuti urbani e speciali, rendendo autosufficienti le regioni,
3- introduzione di una tariffa puntuale e obbligatoria per ridurre e prevenire la produzione dei rifiuti grazie ai sistemi di raccolta domiciliare, sul modello di quanto già fatto con legge regionale in Emilia Romagna o Lazio;
4- una nuova ecotassa sui rifiuti in discarica basata sui quantitativi pro capite di secco residuo smaltito;
5- un mercato dei prodotti realizzati con le norme relative al Green Public Procurement (GPP) e l’applicazione obbligatoria dei Criteri ambientali minimi (CAM) nelle gare d’appalto;
6- rafforzare il sistema dei consorzi obbligatori;
7- garantire più controlli lungo tutta la filiera dei rifiuti, per combattere concorrenza sleale e traffici illeciti con l’emanazione dei decreti ministeriali della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente formato da Ispra e dalle Arpa
8- controlli a tappeto sul territorio nazionale, per contrastare la vendita dei sacchetti fuori legge, garantire il rispetto del bando dei cotton fioc non compostabili, valutare la regolarità delle fideiussioni degli impianti di gestione rifiuti, etc;
9- l’approvazione in tempi rapidi del disegno di legge Salvamare sulla plastica monouso;
10- abbattere l’uso della plastica per l’ortofrutta nei supermercati.
Stefano Ciafani (Presidente nazionale di Legambiente): "Il 2018 è stato l’anno dell’approvazione del pacchetto europeo sull’economia circolare, ma il 2019 dovrà essere un anno determinante per la sua attuazione. Perché questo avvenga è necessario però rimuovere gli ostacoli non tecnologici che nel nostro Paese sono ancora presenti. L’economia circolare non è solo un modo per uscire dalle tante emergenze rifiuti ancora dislocate in Italia, vuol dire creare investimenti, occupazione ed economia sul territorio, ma bisogna avere il coraggio di andare in questa direzione“.
Lo Staff di Rete Clima