Report IPCC: energie rinnovabili per salvare il clima (seppur osteggiate dalle lobby dell’energia fossile)
Il 9 maggio ad Abu Dhabi è stato presentato il nuovo report dell’IPCC (International Panel on Climate Change, l’organo tecnico dell’UNFCCC incaricato di studiare i cambiamenti climatici) dal titolo “Relazione speciale sulle fonti energetiche rinnovabili e di mitigazione dei cambiamenti climatici”.
Si tratta di un nuovo e corposo studio (di 900 pagine) che sottolinea i grandi vantaggi ambientali e sociali che verrebbero nei prossimi decenni da un sistema socio-economico alimentato da energia rinnovabile: il rapporto, definendo e confrontando 164 scenari in materia di energia rinnovabile, è oggi l'analisi più completa mai realizzata delle tendenze e prospettive per le energie rinnovabili.
Rajendra Pacauri (Premio Nobel e Presidente dell'IPCC): “L'Ipcc ha riunito le più rilevanti e migliori informazioni disponibili per fornire al mondo questo rapporto scientifico sul potenziale delle fonti energetiche rinnovabili per mitigare il cambiamento climatico. Il rapporto speciale può costituire una base solida di conoscenza per i responsabili politici per rilevare questa grande sfida del XXI secolo”.
Secondo le valutazioni dei 120 ricercatori dell’IPCC: “Quasi l'80% delle forniture di energia del mondo potrebbe essere coperta da fonti rinnovabili (quali: biomasse, solare, geotermico, idroelettrico, eolico, energia degli oceani n.d.r.) entro la metà del secolo, se sostenute giustamente da politiche pubbliche”.
Questa crescente penetrazione delle energie rinnovabili potrebbe conseguentemente portare a riduzioni di gas serra cumulativo pari a 220-560 miliardi di tonnellate di CO2 tra il 2010 e il 2050.
Secondo il Working Group III dell’IPCC, che ha redatto il rapporto, con queste prospettive di riduzione (equivalenti a circa un terzo delle emissioni di gas serra rispetto alle proiezioni business-as-usual) si potrebbe contribuire a mantenere le concentrazioni di gas serra a 450 parti per milione: “Questo potrebbe contribuire all'obiettivo di tenere l'aumento della temperatura globale entro i 2 gradi Celsius, un obiettivo riconosciuto dagli accordi di Cancun dell'Unfccc”.
Secondo Stephan Singer (Direttore Global energy policy del WWF internationale): “L’IPCC e i governi del mondo hanno dato un segnale forte e chiaro: i combustibili fossili e il nucleare non sono reali alternative alle fonti rinnovabili. Dato che il petrolio e il gas a portata di mano sono in diminuzione, il mondo ha bisogno di muoversi verso fonti pulite e sostenibili di energia e di evitare qualsiasi investimento nelle alternative sporche”.
Ottmar Edenhofer, co-presidente del Working Group III: “Con una consistente politica climatica ed energetica a sostegno delle fonti energetiche rinnovabili si può contribuire sostanzialmente al benessere umano, con la fornitura di energia sostenibile e la stabilizzazione del clima. Tuttavia, il notevole aumento delle energie rinnovabili è tecnicamente e politicamente molto impegnativo”.
Tanto più se, come correttamente ed ufficialmente si scrive nel rapporto, questa svolta verde sarebbe “osteggiata da forti barriere di ordine politico che impediscono di utilizzare interamente questo potenziale” quali le lobby legate all’energia fossile, unitamente a tutti i comparti che fanno parte del loro indotto
Ma il WWF è addirittura convinto che il rapporto Ipcc sottovaluti il potenziale e la velocità di espansione dell'energia rinnovabile, specialmente se combinata ad un crescente livello di efficienza energetica. Secondo "The Energy Report" del Wwf, nel 2050 l'energia rinnovabile potrebbe essere il 100%: "Questa analisi è la prima che indica anche le sfide e le esigenze di ricerca per assicurarsi che questo sviluppo low carbon rispetto alle esigenze di sviluppo fino a 9 miliardi di persone".
Ad Abu Dhabi l'Ipcc ha anche presentato un "Summary for Policy Makers" del rapporto, concordato con più di 100 governi, che diventa così una base accettata per la pianificazione delle politiche energetiche, gli investimenti e le infrastrutture per i governi nazionali e regionali, nonché per le agenzie Onu e le organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale.
Ormai da un bel pezzo non è più questione di scienza, è questione di volontà nella lotta al cambiamento climatico.
Lo Staff di Rete Clima®