Il cambiamento climatico è causa dei fenomeni meteorologici estremi
Collegamento tra eventi meteo estremi e cambiamento climatico
Per molti anni gli scienziati hanno cautelativamente evitato di collegare direttamente i singoli eventi meteorologici ai cambiamenti climatici, perché era difficile capire su base scientifica l’influenza delle attività antropiche sulla variabilità naturale del clima e del meteo.
Ma la situazione sta rapidamente cambiando dato che negli ultimi dieci anni c’è stato un vero e proprio boom della ricerca nel campo delle scienze del clima, in particolare riguardo la branca della climatologia che opera l'“attribuzione dell’evento meteorologico estremo”.
Questo genere di ricerca, in particolare, combina le analisi statistiche delle osservazioni climatiche con modelli sempre più potenti, al fine di studiare l’influenza dei cambiamenti climatici sui singoli eventi estremi.
L'idea alla base dell'attribuzione di un evento estremo al riscaldamento climatico è abbastanza semplice, e parte dalla logica considerazione circa il fatto che eventi disastrosi come ondate di caldo da record e piogge estreme sono destinati a diventare più comuni perché l'accumulo di gas serra sta riscaldando l'atmosfera: l'aria più calda contiene più vapore acqueo e immagazzina più energia, ed inoltre le temperature crescenti possono anche cambiare gli schemi di circolazione atmosferica su larga scala.
Se la logica è semplice, la modellistica di correlazione non lo è affatto.
Correlazione causa-effetto tra cambiamento climatico ed eventi meteo estremi
Al di là del recente report dell'American Meteorological Society di cui avevamo già trattato, due studi in particolare aiutano a dare evidenze scientifiche circa la correlazione causa-effetto tra cambiamento climatico e eventi meteo estremi.
Il primo studio “Quantifying the influence of global warming on unprecedented extreme climate events”, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences nella primavera 2017, va proprio nella direzione superiore, operando su base statistica.
Gli autori dello studio hanno infatti ipotizzato che il riscaldamento globale non avesse svolto alcun ruolo nei peggiori eventi meteorologici verificati in diverse aree del mondo in un periodo pluriennale, verificando questa ipotesi su base statistica.
A fronte di questo approccio, molto cautelativo a livello scientifico, i risultati delle valutazioni statistiche hanno mostrato che: "il riscaldamento globale provocato dalle emissioni antropiche di gas serra aumentata la probabilità degli eventi più caldi in più dell’80% della superficie del globo per il quale erano disponibili le osservazioni. I nostri risultati suggeriscono che il mondo non è ancora al punto in cui ogni evento di caldo record ha un impronta digitale umana rilevabile, ma ci stiamo avvicinando".
Diffenbaugh, un tra gli autori dello studio, afferma: "Quando si guardano i dati storici, non c’è dubbio che il riscaldamento globale stia accadendo e che gli eventi estremi sono in aumento in molte aree del mondo. La gente prende un sacco di decisioni – a breve termine e a lungo termine – che dipendono dal tempo, quindi ha senso che voglia sapere se il riscaldamento globale stia rendendo più probabili gli eventi record. Come scienziati, dobbiamo fare in modo di assicurare che ci siano informazioni accurate, obiettive e trasparenti con cui lavorare quando si prendono queste decisioni".
Un secondo e più recente studio "Human contribution to the record-breaking July 2019 heatwave in Western Europe" del World Weather Attribution ha evidenziato come il cambiamento climatico di origine antropica ha aumentato in maniera significativa l’intensità dell’ondata di caldo record che ha colpito l’Europa a fine luglio 2019.
Lo studio sostanzialmente precisa che in un clima non modificato dall’uomo:
- una simile ondata di caldo sarebbe stata improbabile, ma il cambiamento climatico ha aumentato di 10 volte la sua probabilità di insorgenza;
- una simile ondata di caldo sarebbe stata meno intensa di circa 1,5-3 °C.
Dal Report: "Le ondate di calore in piena estate rappresentano un rischio sostanziale per la salute umana e sono potenzialmente letali. Questo rischio è aggravato dal cambiamento climatico, ma anche da altri fattori come l'invecchiamento della popolazione, l'urbanizzazione, il cambiamento delle strutture sociali e i livelli di preparazione".
Le proiezioni peraltro indicano che nel 2040 simili ondate di calore diventeranno 4 volte più probabili e che la loro intensità potrebbe ulteriormente aumentare di circa +1,2 °C!
In questo contesto le città diventano davvero un contesto ad alto rischio, dove strategie di mitigazione ed adattamento diventano realmente vitali.
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