Contrastare il riscaldamento climatico per tutelare la sicurezza e la salute umana
Riscaldamento climatico e rischi per la sicurezza umana
Gli scienziati ripetono da tempo che i cambiamenti climatici porteranno sempre più al susseguirsi di eventi metereologici estremi, che già ora stanno mettendo a rischio la sicurezza delle popolazioni in specifiche aree del globo terrestre.
Solo un mese fa, ad esempio, con il suo briefing “Cambiamenti climatici e il mare: gravi conseguenze anche per l’uomo, Eventi meteorologici estremi – Fermare i cambiamenti climatici per salvare il mare (ma anche la Terra)” Greenpeace Italia poneva l’accento sul fenomeno del surriscaldamento del mar Mediterraneo: un fenomeno responsabile di gravi impatti sulla biodiversità marina e sull’innalzamento del livello del mare ma anche sulla stessa atmosfera che, ricevendo più calore in meno tempo, tende a riversare inevitabilmente piogge intense e forti venti sulla terra.
Il risultato di lungo periodo? Fenomeni meteorologici sempre più intensi e violenti.
Il recente rapporto “Human Cost of disasters” realizzato congiuntamente dall’United Nations office for disaster risk reduction (Unddr) e dal Centre for research on the epidemiology of disasters (Cred), ha analizzato il numero di eventi catastrofici avvenuti negli ultimi 20 anni e a valutarne i costi in termini di vite umane e ricadute economiche in relazione al precedenti 20 anni: circa il 91% di questi eventi era direttamente o indirettamente legati al clima, con un impatto su quasi 4 miliardi di persone ed oltre 500.000 vittime.
Inondazioni e le tempeste, ma anche incendi, siccità e forti ondate di calore, tutti fenomeni in aumento rispetto al passato.
In Italia basti pensare alle alluvioni e alle trombe d’aria che negli ultimi anni hanno colpito sempre più frequentemente le nostre coste, soprattutto quelle del Sud del Paese, provocando gravi perdite in vite umane e danni a città e insediamenti umani.
Ma i danni provocati dal cambiamento climatico non si limitano però solo alla sicurezza dell'uomo e dei suoi luoghi di vita, ma coinvolgono direttamente anche la sua stessa salute.
Riscaldamento climatico e rischi per la salute umana
Come dichiarato dal WWF nel suo rapporto "Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi", di cui abbiamo già parlato in questo nostro articolo: "I danni diretti alla salute sono il risultato di condizioni meteorologiche sempre più estreme, tra cui ondate di calore e tempeste sempre più frequenti e gravi, inondazioni e siccità.
I danni indiretti alla salute derivano dal peggioramento dell’inquinamento atmosferico, dall’aumento delle malattie trasmesse da vettori, dall’acqua e dal cibo sempre più contaminati, dalla riduzione della produzione alimentare e da cibi meno nutrienti, dall’impatto sulla salute mentale, dall’aumento dei conflitti, dal danneggiamento e dalla distruzione di abitazioni e terreni agricoli e dalle migrazioni forzate.
Tutti questi impatti dannosi interagiscono con fattori socioeconomici e biologici – tra cui l’età, il sesso, il reddito, lo stato di salute, il razzismo e la discriminazione – per cui la salute delle persone più vulnerabili, emarginate e svantaggiate tende ad essere danneggiata per prima e peggio".
In piena seconda ondata da Covid-19, non possiamo non renderci conto di quanto anche questa pandemia abbia connessioni profonde sulle nostre azioni sulla natura, e di come affrontare e combattere il cambiamento climatico sia fondamentale per limitare il rischio di nuove emergenze sanitarie globali.
Dove si individua il nesso tra cambiamento climatico e maggiore rischio derivante da nuovi agenti patogeni?
Secondo il report Wwf “Malattie trasmissibili e cambiamento climatico” il pericolo si situa innanzitutto nel fatto che, a causa del cambiamento climatico, può aumentare l'areale territoriale di specie vettori di una vasta gamma di patogeni, aumentando dunque la probabilità di diffusione di malattie trasmissibili da animali all’uomo (quali Morbo di Lyme, sindrome polmonare da hantavirus, filariosi e West Nile virus ma anche peste bubbonica).
In secondo luogo, temperature elevate associate a precipitazioni intense possono favorire la diffusione di specie come le zanzare, vettori di patologie come la malaria o la febbre della Rift Valley o la Dengue.
Pare dunque evidente come un clima stabile sia un fattore determinante per la salute umana. Come conclude il rapporto del WWF: “…il raggiungimento dell’obiettivo dell’Accordo di Parigi costituisce anche un importante obiettivo di salute pubblica globale. Guardare oggi all’innalzamento dell’obiettivo europeo di taglio delle emissioni al 2030, nel quadro di un vero allineamento degli impegni di tutti i Paesi per riuscire a limitare il riscaldamento climatico globale a +1,5°C, guardare a un anno che rappresenti una vera corsa per l’azione climatica, significa anche occuparsi di salute.”
Un’agenda più che mai appropriata nel 2021, in cui l’Europa prenderà grandi decisioni per la ripresa post Covid, per non ricadere di nuovo vittime di nuovi virus e per assicurare alla “next Generation” salute e sicurezza.
VV per Rete Clima