Conferenza di Durban (COP 17): il contrasto al cambiamento climatico passa per chiari accordi pre-negoziali
La concentrazione di CO2 in atmosfera si attesta oggi intorno alle 390 parti per milione: la scienza sostiene che bisognerebbe tornare a una concentrazione di 350 ppm per limitare le conseguenze del cambiamento climatico ed i suoi danni, ponendo comunque la concentrazione di 450 ppm come il limite superiore di concentrazione atmosferica di CO2, da non valicare per evitare l’alta probabilità di effetti climatici catastrofici, di cui già oggi abbiamo serie avvisaglie.
Questa premessa per raccontate che nei giorni scorsi le delegazioni di tutto il mondo sono arrivate a Panama per partecipare ai “climate change talks” dell'Unfccc (United Nations Framework Convention on Climate Change), cioè i momenti pre negoziali che dovrebbero spianare la strada negoziale la strada verso la Conferenza delle parti di Durban (COP 17) in programma dal 28 novembre al 9 dicembre 2011 in Sudafrica.
Durante questo momento Christiana Figueres (Segretaria esecutiva dell'Unfccc) ha ribadito che: “La riunione di Panama costituisce l'ultima opportunità che hanno i 193 Stati membri per raggiungere un consenso sulla riduzione delle emissioni inquinanti prima del Congresso di Durban”.
La speranza è che entro il 7 ottobre i circa 2.000 delegati a Panama trovino qualche nuova forma di accordo che faccia uscire i negoziati dallo stallo iniziato con la COP 15 di Copenhagen (2009) e COP 16 di Cancun (2010), soprattutto per quanto riguarda il proseguimento del Protocollo di Kyoto dopo il 2012.
Tasneem Essop, Responsabile per la strategia climatica del WWF: “Speriamo che i negoziatori utilizzino il periodo delle sessioni di Panamá per cercare come risolvere il futuro del Protocollo di Kyoto, il che è politicamente difficile. (…) Spero che si trovi, tra gli altri, un compromesso che includa l'obiettivo di ridurre le emissioni globali dell'80% per il 2050, in relazione ai livelli degli anni'90. Ed anche accordi per colmare il baratro tra gli impegni finanziari assunti ed i fondi distribuiti fino ad ora per ridurre le emissioni della deforestazione e del degrado, conosciuti come Redd”.
Lo Staff di Rete Clima®