No alle trivellazioni vicino alla costa: appello congiunto delle associazioni al Consiglio dei Ministri
Oggi, Venerdì 8 giugno 2012, il Consiglio dei Ministri dovrà decidere sulle autorizzazione alle estrazioni petrolifere a cinque miglia dalle coste nazionali, spostando un limite autorizzativo che ora è a 12 miglia dalla costa.
Le Associazioni ambientaliste e di categoria quali Lega Pesca, Federcoopesca, Legambiente, Greenpeace, Marevivo, Agci e Agrital hanno realizzato una lettera congiunta che si costiuisce come un appello alla tutela dei fondali nazionali, dell'ambiente costiero, delle riserve ittiche, del turismo.
"Noi crediamo che il nostro mare sia una risorsa preziosa, da valorizzare ad esempio con una pesca responsabile, con un turismo di qualità, con una gestione prudente delle attività in mare, lottando contro ogni forma di inquinamento. Crediamo che i sacrifici che si stanno chiedendo agli operatori della pesca, cui si chiede di ridurre ancora una volta le attività di prelievo per la diminuzione delle risorse ittiche, debbano essere inseriti in un contesto di tutela che miri al recupero della produttività delle popolazioni ittiche e alla salute del mare. E crediamo che in tale contesto non ci sia spazio per il petrolio offshore".
"Noi crediamo che cercare il petrolio davanti alle nostre coste sia una scelta sbagliata per il mare e per tutta l’economia del Paese – sottolineano ambientalisti e pescatori - non solo per una questione, pure seria, di rischio inquinamento, ma anche per non mettere a repentaglio il lavoro dei pescatori e di tutti quei sistemi economici, come il turismo, che dipendono strettamente dalla salute del mare. Crediamo, infatti, che di questo poco petrolio un paese come l’Italia possa e debba fare a meno, sviluppando le fonti rinnovabili e aumentando l’efficienza anche dei motori che utilizziamo per i pescherecci. Crediamo, insomma, che la via di un’economia, e di un futuro sostenibile passi anche per una diversa visione delle attività umane in mare: crediamo in una ‘Blu Economy’ che ci porti tutti a maggior prosperità creando occupazione ‘grazie a’ e non ‘a dispetto della’ salute del mare. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, chiediamo al Consiglio dei Ministri di fare altrettanto".
"Noi crediamo che cercare il petrolio davanti alle nostre coste sia una scelta sbagliata per il mare e per tutta l’economia del Paese – sottolineano ambientalisti e pescatori -. Non solo per una questione, pure seria, di rischio inquinamento, ma anche per non mettere a repentaglio il lavoro dei pescatori e di tutti quei sistemi economici, come il turismo, che dipendono strettamente dalla salute del mare. Crediamo, infatti, che di questo poco petrolio un paese come l’Italia possa e debba fare a meno, sviluppando le fonti rinnovabili e aumentando l’efficienza anche dei motori che utilizziamo per i pescherecci. Crediamo, insomma, che la via di un’economia, e di un futuro sostenibile passi anche per una diversa visione delle attività umane in mare: crediamo in una ‘Blu Economy’ che ci porti tutti a maggior prosperità creando occupazione ‘grazie a’ e non ‘a dispetto della’ salute del mare. Noi siamo pronti a fare la nostra parte, chiediamo al Consiglio dei Ministri di fare altrettanto".
Lo Staff di Rete Clima®