Cambiamenti climatici e vino: calo della produzione vinicola ed anticipo della vendemmia
I cambiamenti climatici progrediscono, insieme ai loro effetti.
E così ecco che da qualche anno la nuova normalità è quella di una vendemmia che deve essere anticipata dal classico mese di Settembre al mese di Agosto, (l'8 di agosto è iniziata la vendemmia 2012 in Franciacorta, per la produzione dell’omonimo spumante bresciano) mentre si assiste ad una parallela perdita della produzione vinicola nazionale.
Anche Coldiretti descrive questa situazione, precisando che "la raccolta delle uve nel 2012 avviene con circa un mese di anticipo rispetto a 30 anni fa per effetto dei cambiamenti climatici che si sono verificati nella Penisola e che hanno smentito antichi proverbi e testi scolastici con un anticipo della vendemmia rispetto al tradizionale mese di settembre".
Si assiste anche ad una graduale modifcazione della gradazione alcolica del vino che, sempre secondo Coldiretti, è mediamente "aumentata di un grado, costringendo i disciplinari di vini a denominazione ad adeguarsi al cambiamento modificando i limiti minimi di gradazione alcolica sia al nord dove per la Barbera d’Asti si è passati per il base da 11,5 gradi a 12 e per il superiore da 12 gradi a 12,5 mentre al sud per l’Aglianico del Vulture la gradazione minima naturale delle uve alla vendemmia è passata da 11, 5 gradi a 12,00 per il Superiore Docg a 13,00 gradi".
Secondo Coldiretti la ragione risiede essenzialmente nell'andamento della temperatura media estiva dei mesi di giugno e luglio 2012 che "è stata superiore di oltre 2 gradi rispetto alla media: oggi rispetto a 30 anni fa le uve ottenute da viti di equivalente produttività, appaiono caratterizzate da gradazioni zuccherine frequentemente più elevate di 2-4 gradi brix, con acidità titolabili inferiori, di circa 1-2,5 grammi/litro. Di fatto il vigneto Italia produce adesso uve piu’ precoci, meno acide e piu’ dolci rispetto al passato".
Questo andamento climatico anomalo rispetto al passato, chiaro frutto del progressivo riscaldamento climatico, secondo Coldiretti porterà ad un "calo stimato attorno al 10 per cento rispetto alla media degli ultimi cinque anni".
In questo senso la produzione nazionale sarà probabilmente limitata ed intorno ai 40-43 milioni di ettolitri, sui livelli quantiativi dello scorso anno, "anche se la qualità delle produzioni vinicole si annuncia tra buona e ottima". (...) "I cali produttivi maggiori si dovrebbero verificare nelle regioni che hanno sofferto di più la mancanza di pioggia, dalla Puglia (-15-20%) al Veneto (-10%), dalla Toscana (-10%) all’Emilia-Romagna (-5/10%), dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia. Problemi anche per i vigneti di Lombardia, con una situazione grave proprio in Franciacorta dove si stima un calo di oltre il 20 per cento della produzione del celebre spumante".
Conclude Coldiretti che "i risultati produttivi definitivi dipenderanno dall’andamento climatico delle prossime settimane, anche se il caldo e la siccità si sono fatti sentire nei vigneti. Se Nerone sta costringendo le aziende a vendemmiare solo di mattina per evitare stress alle uve, le alte temperature hanno già causato problemi tra i filari, seppur con risultati differenti sul territorio italiano".
Ecco altri nuovi costi collegati ai cambiamenti climatici, che si sommano ai costi per le perdite agricole dovute al gran caldo di questa estate 2012 e delle estati precedenti.
Lo Staff di Rete Clima®