CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive): la nuova rendicontazione di sostenibilità delle Aziende
Il 16 dicembre 2022 l’Unione Europea ha pubblicato nella Gazzetta Ufficiale la Direttiva 2022/2464 CSRD - Corporate Sustainability Reporting Directive, che modificherà la rendicontazione ESG delle Aziende.
Il contesto: la transizione sostenibile delle Aziende
Da diversi anni l’Unione Europea ha sviluppato una serie di indirizzi normativi orientati alla transizione sostenibile, dalla decarbonizzazione alla valorizzazione della circolarità dei prodotti, dalla regolamentazione dei green claim all'ecodesign, e molto altro ancora.
In linea con l'obiettivo codificato anche alla COP 21 di Parigi (2015) di rendere sempre più centrale il ruolo delle Aziende nella mitigazione climatica e nella promozione della sostenibilità, l’Europa sta lavorando per rendere le Aziende sempre più consapevoli e responsabili dei propri impatti climatici ed ambientali.
In questa logica si colloca l’approvazione della Direttiva n. 2022/2464 del 14 dicembre 2022, riguardante la rendicontazione aziendale di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD).
La CSRD modifica la Direttiva 2013/34/UE riguardante l’obbligo di rendicontazione delle informazioni di carattere non finanziario per le imprese di grandi dimensioni, recepita in Italia con il D.Lgs. 254/16: gli Stati membri hanno l’obbligo di suo recepimento entro 18 mesi a partire dalla pubblicazione in GU europea.
Quale lo scopo delle direttiva CSRD? Quali le Aziende coinvolte?
Scopo principale della Direttiva CSRD è migliorare la disclosure di sostenibilità delle Aziende, proseguendo ed approfondendo il percorso avviato con la precedente Direttiva 2013/34/UE ("Accounting Directive"), e la successiva Direttiva 2014/95/EU ("Non-Financial Reporting Directive" - NFRD).
Tali direttiva chiedevano alle Aziende di rendicontare anche le proprie performance ESG, parallelamente alla rendicontazione economica operata per tramite del classico bilancio di esercizio: un passaggio che oggi appare tanto più logico e scontato, data la naturale interconnessione tra aspetti finanziari e non finanziari dentro la vita e l'attività delle Aziende.
La direttiva entrerà in vigore nel 2024 verso le medesime aziende che sono già oggi obbligate a pubblicare la DNF (Dichiarazione Non Finanziaria), obbligo che peraltro oggi è molto spesso soddisfatto attraverso una rendicontazione tramite Bilancio di Sostenibilità che Rete Clima concorre a realizzare per le Aziende.
Sono già previsti - però - degli ampliamenti progressivi dei soggetti obbligati secondo scadenze temporali definite, quali:
- dal 2025 (su esercizio aziendale 2024) saranno interessate le grandi Aziende con almeno 250 dipendenti ed fatturato annuo di almeno 40 milioni di euro, che erano già soggette a DNF;
- dal 2026 (su esercizio aziendale 2025) saranno interessate le PMI quotate con più di 50 dipendenti e fatturato annuo superiore ai 10 milioni di euro;
- dal 2028 (su esercizio aziendale 2027) le filiali di impresa extra-UE e PMI non quotate, con fatturato annuo di almeno 150 milioni di euro nell’UE.
In sintesi, quindi: le grandi Aziende dovranno conformarsi ai requisiti della CSRD a partire dall'esercizio aziendale 2024 (quindi con la pubblicazione del proprio primo bilancio di sostenibilità nel 2025): le PMI quotate avranno invece tempo fino al 2026 per adeguarsi (rispetto all'esercizio 2025), mentre le PMI non quotate potranno beneficiare di una proroga opzionale di 2 anni, cioè fino al 2028 (su esercizio 2027).
La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) in sintesi
Le innovazioni della Direttiva sono molte, quali essenzialmente:
* la necessità di adottare un unico standard di rendicontazione (realizzato da ESRS - European Sustainability Reporting Standard, con un livello differenziato per le PMI),
* l'obbligo di assurance effettuata da uno «statutory auditor» accreditato (la revisione dovrà garantire raggiungimento di una “limited assurance”, nella prospettiva di raggiungere il livello di “reasonable assurance” tipico anche del bilancio economico-finanziario),
* l'obbligo di includere l’informativa di sostenibilità all’interno della Relazione sulla Gestione (e non in un documento a parte),
* integrazione degli obiettivi ESG nella propria strategia di business (comprendendo come i temi ESG influiscano sull’andamento economico-finanziario dell'Azienda nonché sul proprio modello di business),
* doppia materialità (le imprese dovranno operare disclosure di sostenibilità sia in merito all’impatto delle proprie attività sulle persone e sull’ambiente (approccio inside-out), sia riguardo al modo in cui i fattori di sostenibilità incidono sui risultati aziendali (approccio outside-in),
* inserimento dei rischi ESG all’interno dell’ERM (all’interno del modello per la gestione dei rischi ERM – Enterprise Risk Management, le imprese saranno tenute a considerare i rischi legati al riscaldamento climatico e ad altre tematiche ambientali come la perdita di biodiversità, oltre a questioni sociali tra cui istanze sanitarie e di lavoro minorile e lavoro forzato),
* integrazione degli aspetti ESG lungo la Value Chain (la rendicontazione di sostenibilità aziendale non dovrà considerare soltanto il perimetro aziendale oggetto del bilancio economico ma, grazie a due diligence e ad analisi di materialità, dovrà includere anche le informazioni sugli impatti materiali, sui rischi e sulle opportunità connesse all’intera catena del valore sia a monte (upstream) sia a valle (downstream) dell'azienda).
Gli standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standards)
La Commissione Europea ha adottato il primo set di ESRS (European Sustainability Reporting Standards) lo scorso luglio 2023: si tratta degli standard applicativi che permetteranno l'adempimento degli obblighi di reporting previsti dalla nuova Direttiva CSRD, pensati per essere altamente integrabili con gli standard GRI (Global Reporting Initiative).
Il primo set è composto da 12 Standards, di cui 2 Cross Cutting Standards (di livello generale) e 10 Topical Standards (Environmental, Social, Governance) suddivisi per tema: 5 ambientali, 4 sociali e 1 sulla governance, come ben rappresentato nell'immagine seguente:
La doppia materialità nella Direttiva CSRD
Uno dei pilastri della nuova direttiva CSRD è appunto lo strumento della “doppia materialità”.
Le aziende dovranno d'ora in poi rendicontare con maggiore precisione l’impatto finanziario dei cambiamenti climatici sulla loro attività (materialità finanziaria), oltre a identificare il loro impatto sulle persone e sull’ambiente (materialità d’impatto).
Come già anticipato superiormente, la CSRD chiede alle Aziende prospettive ambiziose e di lungo termine in relazione alla pianificazione delle loro proprie politiche e strategie ESG.
Richiede altresì un impegno climatico sempre più definito, preciso ed ambizioso, esteso a tutta la value chain, che valuti e gestisca nel dettaglio anche le emissioni serra indirette (definite dal GHG Protocol come gas serra di Scope 3).
In una logica non prettamente climatica, la CSRD rappresenta una sfida per le Aziende anche rispetto ai temi della tutela della biodiversità oltre che per il rispetto dei diritti umani.
Una digressione rispetto alle Aziende che non saranno obbligate: per loro allinearsi alle indicazioni della normativa sarà un'opportunità di dimostrare la proattività nella gestione sostenibile della propria Organizzazione e dei propri impatti, migliorando la fiducia degli investitori e rispondendo alle istanze dei propri stakeholder rispetto ad una disclosure di sostenibilità completa, chiara ed obiettiva.
Rete Clima a supporto della rendicontazione delle Aziende secondo la Direttiva CSRD
Rete Clima da anni supporta le Aziende nella loro trasformazione sostenibile, accompagnandole nell'ottimizzazione della governance aziendale, nella pianificazione della sostenibilità aziendali, nel monitoraggio della proprie prestazioni ESG, nella rendicontazione di sostenibilità (tramite sviluppo di strumenti di disclosure cogenti e non cogenti), nel proprio piano di decarbonizzazione, nel coinvolgimento degli stakeholder nelle azioni sostenibili aziendali.
La sfida che la nostra Rete oggi affronta è il supporto completo e competente alle Aziende (obbligate e non obbligate) rispetto alle nuove indicazioni emergenti dalla Direttiva CSRD, per una migliore azione e rendicontazione di sostenibilità, secondo le fasi di lavoro a seguito illustrate:
I nostri tecnici sono disponibili per maggiori informazioni e supporto, contattaci: sapremo accompagnarti anche in questo nuovo cammino di rendicontazione della tua Azienda sui temi ESG!