Carbon farming: crediti di carbonio in agricoltura, per agricoltori e aziende agricole

In un nostro precedente articolo avevamo parlato del Progetto LIFE europeo C-FARMs, a cui Rete Clima ha partecipato come Partner, insieme alle future opportunità per il settore agricolo associate alle pratiche carbon farming (approfondimenti al link superiore).
Ma a che punto siamo rispetto alla possibilità di generazione di crediti di carbonio da pratiche agricole in Italia?
Una premessa importante: i crediti di carbonio in agricoltura
Non basta essere proprietari di un’azienda agricola per poter generare crediti di carbonio, né è sufficiente l’adozione di buone pratiche agricole (anche qualora queste siano effettivamente in grado di ridurre i rilasci di carbonio e/o aumentare lo stock di carbonio nei suoli e nei soprassuoli agricoli).
Come infatti spiegheremo meglio a seguito, è infatti necessario che i progetti orientati alla generazione dei crediti di carbonio siano addizionali e quindi:
- non previsti da eventuali obblighi normativi;
- migliorativi rispetto ad un livello base di stoccaggio di carbonio BAU (Business As Usual, quindi “ordinario”).
Serve inoltre che:
- le buone pratiche agricole adottate siano comprese tra quelle previste dagli standard tecnici internazionali carbonici;
- tali pratiche agricole siano implementate correttamente, in coerenza con le indicazioni tecniche dei sopraccitati standard;
- i crediti di carbonio generati da tali pratiche agricole siano quantificati correttamente, secondo le metodologie collegate agli standard internazionali;
- i crediti siano certificati da un idoneo ente di certificazione, opportunamente accreditato presso lo standard utilizzato;
- i crediti afferiscano ad un registro pubblico collegato allo standard, il quale mostri pubblicamente i progetti, le metodologie, le assunzioni e le valutazioni tecniche che stanno alla loro base.

Un altro importante requisito per lo sviluppo di progetti credibili è che l’efficacia delle pratiche agricole sia monitorata nel tempo e che le pratiche stesse siano soggette ad una verifica periodica da parte di Enti di certificazione accreditati presso lo standard internazionale, così da garantire i requisiti di competenza, professionalità ed imparzialità.
In caso contrario il rischio è che non vengano generati reali crediti di carbonio ma altri tipi di “titoli” semplicemente non vendibili, con tutti gli oneri economici dei processi a carico dell’azienda agricola: gli anni recenti hanno purtroppo visto diverse esperienze negative in tale senso, con costi – invece che guadagni – a carico delle Aziende agricole.

Oltre agli aspetti tecnici che ogni progetto deve soddisfare per l’ottenimento della certificazione del carbonio, un altro aspetto da non sottovalutare da parte del proprietario agricolo è la verifica della sostenibilità economica della certificazione.
Il processo di generazione dei crediti non è di certo gratuito, per cui è necessario – come per qualunque attività aziendale – realizzare un business plan e accompagnarsi a professionisti competenti e qualificati, per la verifica preliminare della fattibilità tecnica e fattibilità economica del progetto.
A tal proposito va anche precisato che i crediti di carbonio correttamente generati possono essere - nei casi migliori - solo una parziale integrazione al reddito agricolo, ottenibile però appunto solo dopo un investimento iniziale dell’agricoltore in pratiche agricole “low carbon” e nel processo di certificazione dei crediti di carbonio.

I crediti di carbonio non sono quindi una “ricca opportunità”, ma una strada che va percorsa solo dentro un perimetro di garanzie solide a livello sia tecnico, sia certificativo.
Il Regolamento (UE) 2024/3012: passo necessario ma non sufficiente per la generazione di carbon credits
Lo scorso dicembre, dopo un lungo iter legislativo, il Parlamento Europeo ha finalmente adottato il nuovo framework di certificazione per la rimozione del carbonio, segnando un passo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi climatici previsti dall’Accordo di Parigi.
Si tratta del nuovo Regolamento 2024/3012 UE, entrato il vigore lo scorso 26 dicembre 2024, che prende il nome di Carbon Removals and Carbon Farming Certification (CRCF) Regulation: questa nuova norma europea intende fornire un quadro regolatorio per la nascita di un mercato europeo del carbonio di alta qualità ed - al contempo- contribuire alla futura creazione di nuove opportunità economiche anche per il settore agricolo.

Questo nuovo strumento normativo istituisce un quadro di certificazione per gli assorbimenti permanenti di carbonio in agricoltura e lo stoccaggio del carbonio nei prodotti durevoli: si tratta di un passo normativo, necessario ma non sufficiente, per aprire la strada verso la remunerazione del carbonio stoccato nelle aziende agricole tramite i crediti di carbonio.
Si tratta di un sistema volontario ma regolamentato, che mira a garantire trasparenza e integrità ambientale: le pratiche agricole saranno in futuro soggette a standard tecnici per monitoraggio e verifica, potendo prospetticamente contribuire agli obiettivi climatici dell'UE senza il rischio del doppio conteggio.

Secondo il Regolamento ai fini ottenere la certificazione dell'assorbimento del carbonio, le pratiche agricole devono rispettare quattro requisiti fondamentali, che abbiamo comunque già introdotto superiormente, quali:
- dimostrare un beneficio netto e misurabile, in termini sia di aumento dell'assorbimento di carbonio sia di riduzione delle emissioni di gas serra provenienti dal suolo: non è quindi sufficiente adottare una pratica di carbon farming per avere crediti;
- assicurare lo stoccaggio del carbonio per tempi prolungati, riducendo al minimo i rischi di rilascio del carbonio stesso in atmosfera: se si adotta - per esempio - la pratica della non lavorazione del suolo ("no tillage") bisogna mantenere questo impegno evitando l'aratura dei campi per un periodo di tempo prolungato;
- essere addizionali, ovvero essere migliorativi ed incrementali rispetto gli obblighi già previsti dalle normative esistenti: adottare coperture vegetali del suolo durante l'inverno potrebbe non essere sufficiente, poiché è un obbligo già parzialmente previsto e finanziato dalla nuova PAC.
- evitare danni all'ambiente in altri ambiti ("leakage") e cercare di contribuire al raggiungimento di uno o più obiettivi di sostenibilità come la tutela della biodiversità o il miglioramento degli ecosistemi.

Requisiti degli enti di certificazione dei crediti di carbonio agricoli
Uno dei punti chiave del nuovo regolamento è la trasparenza e l’integrità delle certificazioni. Le attività proposte, infatti, dovranno utilizzare metodologie approvate dal Regolamento europeo (da successivi atti delegati), che garantiscano trasparenza ed oggettività delle misurazioni.
Tali attività saranno poi soggette a standard rigorosi per il monitoraggio e la verifica, in modo da assicurare che le certificazioni del carbonio siano reali, rispettose dell’ambiente e della biodiversità e soprattutto che non siano frutto di pratiche ingannevoli o di doppio conteggio creditizio.
Tale sistema sarà garantito dal controllo imparziale da parte degli organismi di certificazione, i quali saranno responsabili di verificare che le attività rispettino i criteri stabiliti dal Regolamento, aspetto fondamentale per creare fiducia tra i diversi attori del mercato.

Requisiti per l’ammissibilità dei progetti di generazione di crediti di carbonio in agricoltura
Un altro importante requisito previsto dal Regolamento è che, come già introdotto superiormente, l’attività progettuale generi un beneficio addizionale rispetto a una baseline di riferimento (cioè lo scenario di partenza).
Non basta quindi implementare una pratica agricola per essere ammissibili alla certificazione, ma occorre che queste pratiche siano addizionali, ovvero che vadano oltre le disposizioni normative preesistenti e dimostrino che il finanziamento ottenuto dalla commercializzazione dei crediti di carbonio sia una condizione necessaria perchè tali pratiche possano risultare economicamente sostenibili.

I prossimi passi per l’implementazione del nuovo Regolamento europeo
L’implementazione del nuovo Regolamento prevede l’adozione di atti delegati per la standardizzazione delle metodologie di contabilizzazione del carbonio.
A tal fine la Commissione Europea ha creato un gruppo di esperti che conta circa 70 membri provenienti da diverse autorità nazionali, mondo delle aziende, ONG e istituti di ricerca, in modo da assicurare un'ampia rappresentanza delle parti interessate.
La sfida a cui il gruppo di esperti è chiamato a rispondere è quella di adottare delle metodologie che siano affidabili dal punto di vista scientifico, ma che siano economicamente sostenibili da parte degli operatori agricoli in rapporto ai costi agricoli ed ai costi certificativi richiesti.

Le prospettive del carbon farming in Italia
Entro il 2028 è prevista la creazione di un Registro europeo unico per la tracciabilità dei crediti di carbonio comunitari: nel frattempo, gli Stati membri sono incaricati alla gestione dei propri registri nazionali.
Anche l'Italia sta lavorando ad un suo “Registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale”, instituito nell’aprile 2023 ed affidato al coordinamento del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria).
Però, in assenza dei vari decreti attuativi, tale registro non è oggi ancora attivo e pertanto resta incertezza riguardo l’elaborazione delle “linee guida” di certificazione.
Tali linee guida dovranno provvedere alla definizione dei criteri di riferimento per la generazione, la contabilizzazione, la verifica e la commercializzazione dei crediti di carbonio prodotti su base volontaria dai settori agricolo e forestale nazionale, nonché le modalità di iscrizione e gestione dei sopra citati crediti nel Registro pubblico.

Conclusioni: un suggerimento per gli agricoltori italiani
Stiamo ricevendo molte richieste di approfondimento oltre a segnalazioni circa l’adesione di diversi agricoltori a sistemi coinvolti nella certificazione di presunti “crediti di carbonio” da pratiche agricole, dentro progetti proposti da "consulenti" del mondo del carbonio.
Dato l’attuale quadro normativo sui crediti di carbonio agro-forestali ancora non definito (in assenza di un registro europeo e di un registro italiano) – e quindi – di un iter tecnico non ancora completato rispetto alla generazione di crediti di carbonio da pratiche agricole, suggeriamo di valutare con massima prudenza i rischi e le opportunità legate al carbon farming.
Suggeriamo di evitare di muoversi a breve termine e comunque scegliendo in futuro di affidarsi a soggetti tecnicamente validi, con una solida esperienza e reputazione nel mercato del carbonio.
Ribadiamo un concetto importante. Nella migliore delle ipotesi i crediti di carbonio potranno essere considerati solo come una positiva integrazione al reddito agricolo: è quindi importante diffidare da chiunque dica il contrario, promettendo improbabili arricchimenti, ma anche da chiunque proponga la generazione dei carbon credits in agricoltura come una strada sicura e a breve termine.

Un approfondimento: il Progetto Life C-Farms, un quadro tecnico per i crediti di carbonio in agricoltura
C-Farms è un progetto di ricerca finanziato dal Programma LIFE dell’Unione Europea: si tratta, in particolare, di un "Bando Life preparatorio", a cui Rete Clima ha preso parte come Partner, concluso ufficialmente a inizio 2024.
Il progetto, nato con l’obiettivo di valutare l’implementazione delle buone pratiche agricole e valutarne il loro effettivo potenziale di assorbimento a favore della Commissione Europea e della successiva regolamentazione tecnica comunitaria, ha appunto fornito una base tecnica alla creazione del quadro normativo europeo per la certificazione delle riduzioni e delle rimozioni di carbonio in agricoltura.
I risultati ottenuti dal progetto C-FARMs, disponibili al sito istituzionale del progetto, possono essere sintetizzati come segue:
- creazione di un quadro metodologico e normativo applicabile comunitariamente per consentire una più ampia diffusione delle pratiche di Carbon Farming;
- sviluppo di un quadro normativo per un sistema di certificazione del carbonio in relazione alle pratiche di Carbon Farming.
- identificazione di dataset statistici e geospaziali disponibili nell’area di studio;
- realizzazione del sistema informativo geospaziale dimostrativo ad alta risoluzione (GIS-FARMs) che identifica il potenziale di mitigazione del settore agricolo della regione Lombardia;
L’approccio tecnico sperimentato nel progetto potrà quindi essere adattato a livello locale o regionale, così da creare un sistema incentivante per l’implementazione di nuove pratiche di carbon farming che favoriscano il sequestro di carbonio nel suolo all’interno dell’Unione Europea.