Golfo del Messico: l’80% del petrolio della Bp è ancora in mare!!
Due ricerche indipendenti della Georgia University (Uga) e della Colombia University affermano che la gran parte del petrolio è ancora nascosta nel mare del Golfo del Messico, e che gli effetti della marea nera sulla salute sono pesantissimi.
Ma partiamo dal primo studio della Georgia University
Un gruppo di scienziati che fa capo all’Office of Public Affairs della Georgia University ha analizzato i dati ufficiali e ha concluso che non è vero che il petrolio sversato si sia dissolto in mare: secondo il capo dei ricercatori dell'Uga, Charles Hopkinson: "Sotto la superficie del mare c'è una quantità di greggio difficile da quantificare, però secondo calcoli basati su un modello matematico corrisponde al 70 - 79% del petrolio fuoriuscito dalla piattaforma".
Le autorità americane –invece- fino pochi giorni fa sostenevano a gran voce come il 50% del petrolio sversato fosse statobruciato in mare (quindi significa fumo, polveri, gas serra) o recuperato direttamente, il 25% fosse evaporato mentre il restante 25% non costituisca più una minaccia: questi dati operano una clamorosa smentita dei dati forniti dalla Bp e fatti propri dall'Amministrazione Obama.
Con questa ricerca il team dell'Uga ha altresì precisato che è impossibile che tutto il petrolio disciolto sia svanito, perché solo il greggio arrivato sulla superficie del mare può evaporare nell'atmosfera, mentre gran parte delle fuoriuscite di petrolio è rimasta intrappolate nelle acque profonde a causa del noto e massiccio uso di disperdenti (che lo hanno distribuito lungo tutta la colonna d’acqua: ne abbiamo già parlato qui e qui).
Dal momento che la Bp e il National incident command Usa hanno ammesso che lo sversamento di greggio nel Golfo è stato di 4,9 milioni di barili di petrolio, nei fondali sarebbero rimasti almeno 3 milioni di barili, sparsi nelle profondità.
Charles Hopkinson (Capo dei ricercatori del'Uga) spiega al Wall Street Journal che: "Un equivoco importante è quello che il petrolio che si è dissolto nell'acqua se ne sarebbe andato e, pertanto, è innocuo. Il petrolio è ancora là fuori, ed è probabile che occorreranno anni perché si degradi completamente. Siamo ancora molto lontani dal comprendere realmente quale sarà il suo impatto ecologico".
Venendo alla seconda ricerca della Colombia University, questa presenta anche dati circa lo stato di salute delle persone residenti lungo la costa del Golfo.
I dati non sono clinici, ma il risultato di 1.200 interviste ad adulti residenti entro 10 miglia dalla costa del Golfo del Messico: se quindi è possibile che le risposte possano essere frutto non di un reale stato malessere quando di una sua percezione soggettiva, i dati presentati dagli studi sono comunque paurosi.
Venendo ai dati, oltre un terzo dei genitori residenti lungo la costa ha rilevato problemi di salute nei propri figli, mentre tra gli adulti direttamente esposti alla marea nera il 40% riferisce sintomi respiratori o irritazioni alla pelle.
Nelle interviste è stato anche chiesto l’effetto della marea nera sull’economia delle famiglie: l’8% degli intervistati ha perso il lavoro mentre il 25% delle famiglie ha subito una consistente flessione dei redditi.
E per concludere questo pessimo quadro, pare che non sia neppure finito il rilascio, dato che –anche se se il pozzo è pieno di fango e cemento- vengono continuamente postati in rete (su Youtube, in particolare) sempre nuovi filmati relativi a (vere o presunte) perdite di idrocarburi dal fondale.
Dal canto loro gli internauti si lamentano che le videocamere di sorveglianza in prossimità del fondale ultimamente vanno spesso off line, e che qualità e risoluzione sono peggiorate.
Di seguito riportiamo un video pubblicato sul blog di Alexander Higgins: in questo montaggio il video proveniente dalle telecamere subacquee è messo a confronto con la sua versione ottenuta rimuovendo un filtro che consentirebbe di rendere meno evidenti le perdite di idrocarburi dal fondale.
Si vedono uscire dal fondale anche sbuffi e nuvolette: sempre petrolio ed idrati di metano?
E dopo lo “static kill”, che pure è stato trionfalmente presentato come un successo, Bp e Guardia Costiera sono alle prese con nuovi problemi tecnici relativi al modo migliore per sigillare definitivamente il pozzo tramite i relief well.
Alla luce di tutto questo quadro, come si può dire che nel Golfo del Messico è tutto finito?
Lo Staff di Rete Clima®