Ancora aggiornamenti dal Golfo del Messico: petrolio in fondo al mare in abbondanza
Le dimensioni e le vere sembianze della marea nera nel Golfo del Messico oggi sono quelle di una colonna di petrolio lunga 35 km: sono passati quasi venti giorni dall’annuncio della chiusura definitiva del pozzo sottomarino da parte della British Petroleum eppure, come abbiamo già scritto qui, la questione “marea nera” sembra essere tutt’altro che risolta.
Science ha pubblicato uno studio svolto dai ricercatori della Woods Hole Oceanographic Institution che, dopo aver effettuato circa 57 mila analisi tra il 19 e il 28 giugno, sarebbero riusciti a calcolare le esatte dimensioni dell’ammasso di petrolio greggio fluttuante nelle profondità del mare al largo di Florida e Louisiana.
Questa immensa colonna di petrolio, dello spessore di oltre 200 metri potrebbe essere ancora presente a una profondità di circa 1.000 metri: questo perché, nonostante la falla sia stata chiusa giorni fa, il petrolio a profondità elevate si disperde molto lentamente, diversamente da quanto si pensava in precedenza.
Sotto la superficie -quindi- c’è di più, molto di più.
Già qualche giorno fa abbiamo scritto di come alcuni ricercatori americani dell’Università delle Georgia abbiano annunciato che circa l’80% del petrolio dispersosi nelle acque del Golfo del Messico sarebbe essere ancora presente, nonostante i dati ufficiali diramati dal Washington parlassero di un 25%.
La vicenda della Deepwater Horizon è ben lontana dall’essersi conclusa.
Lo Staff di Rete Clima®