Grecia: ambiente come strada per aiutare l’economia statale

In Grecia la situazione è sempre difficile: i debiti pesano, e pesa anche la prospettiva di un collasso economico per ora solo rimandato, ma comunque sospeso sulle teste greche.

Qualcuno ha pensato di vendere (o svendere?) tesori nazionali di tutti, come alcune isole dell’arcipelago greco, con la prospettiva di fare un po’ di cassa una tantum.

C’è però un'altra situazione interessante in Grecia, che dovrebbe far riflettere anche il nostro Paese.

Ma partiamo dall’inizio.

Sebbene la Grecia sia uno tra i Paesi più ventosi e soleggiati del vecchio continente, l'energia eolica e solare prodotta sul territorio nazionale è solo il 4% del totale, mentre più del 60% dell'energia è ancora prodotta dalla combustione della lignite, una delle varietà più inquinanti di carbone.

Ma ecco una soluzione che concilia una delicata situazione energetica, ambientale (la Grecia non eccelle per qualità ambientale) ed economica: sviluppare le fonti rinnovabili per attirare gli investimenti stranieri.

Se già alla fine di luglio il Ministro dell'Ambiente aveva annunciato un importante piano di investimenti pubblico-privati per finanziare l’ambiente e le rinnovabili, è di questi giorni la notizia della disponibilità di 2,1 miliardi di euro per progetti nel settore della produzione di energia da fonti pulite.

La Rae (Autorità nazionale per l'energia greca) ha annunciato di aver dato il via libera a diversi programmi di produzione di energia verde in tutta la nazione, per una capacità totale pari a 840 megawatt, promettendo anche di accelerare tutte le procedure di concessione per la realizzazione di ulteriori progetti: l'obiettivo del governo greco, nel medio periodo, è quello di arrivare a una produzione del 40% di energia pulita entro il 2020 e nell'immediato e breve periodo attrarre investimenti per cercare di risanare i conti dello Stato.

Dato il boom delle fonti rinnovabili, anche uno Stato poco avveduto potrebbe facilmente dare un buon impulso all’economia anche solo creando un quadro normativo ed incentivante favorevole ad un loro sviluppo: con la triplice utilità di migliorare la propria indipendenza energetica dalle fonti fossili non nazionali, attirare capitali stranieri, permettere lo sviluppo di una industria nazionale del settore rinnovabile.

Due piccioni con una fava.


Lo Staff di Rete Clima®