Il nucleare non è “emission free”: in atto una impropria campagna di greenwashing

La lobby nucleare mondiale sta lavorando attentamente per “rinverdire” la propria immagine.

Visto che ormai anche l’opinione pubblica meno attenta ha capito la rilevante valenza ambientale delle fonti rinnovabili anche sotto l’aspetto delle (nulle) emissioni durante la loro produzione energetica, ecco il nuovo tentativo: presentare e riposizionare il nucleare come energia pulita, ad emissioni zero.

Ma non è così, come già diceva qui anche l’ottimo Sergio Zabot.

Si tratta di un argomento che anche viene utilizzato con facilità anche da chi proclama che il cambiamento climatico è una bufala ambientalista, salvo poi cavalcare la presunta emission free nucleare per incentivarne la tecnologia.

Ormai da qualche tempo accanto ai progetti di nuove centrali nucleari inizia a comparire la dicitura "‘emission free', come se l'energia nucleare fosse una fonte di energia libera delle emissioni”: a questo punto la scelta nucleare viene quindi fatta passare come “inevitabile” se davvero si vogliono davvero tagliare le emissioni di gas serra.

Tra i principali promotori di questa falsa pubblicità il Nuclear energy institute, l'organizzazione politica dell'industria e delle tecnologie nucleari: anche attraverso una recente campagna pubblicitaria (molto aggressiva, ultimamente arrivata fino agli schermi della Bbc) continua a rappresentare l'energia nucleare come la più abbondante delle energie ad emissioni zero.

Una vera e propria ampagna di greenwashing a cui Greenpeace Usa risponde così: “L'energia nucleare non è "clean" o "emission free". Volete dirci che le discariche a cielo aperto di scorie nucleari a Seversk, in Russia, sono "clean"? Volete descriverci la produzione di combustibile nucleare come "emission free" quando produce le sue tonnellate di gas serra e sottoprodotti tossici e radioattivi? E che ci dite dei reattori nucleari che sono autorizzati ad emettere gas radioattivi come il carbonio -14?”. (quest'ultima domanda di Greenpeace riguarda quanto successo in un in un impianto di ritrattamento delle scorie nucleari a Tricastin, nel sud est della Francia, dove ad agosto si è scoperto che dal primo gennaio, la struttura di Socatri/Areva aveva emesso più gas radioattivo di carbonio-14 di quanto fosse consentito per tutto l'anno)

Greenpeace ricorda che Advertising standards Canada (l'autority canadese sulla pubblicità delle industrie) ha dichiarato all'inizio di quest'anno che “Le indicazioni nelle pubblicità della Power Workers' Union  che il  nucleare è "emission free" sono inesatte, non supportate e fuorvianti”.

Si riporta un video con le parole di Angelo Baracca, docente di Fisica all’Università di Firenze ed esponente dell’organizzazione “Scienziati per la pace”, che parla del nucleare e delle sue emissioni di gas serra:

 

Insomma, il costoso e rischioso nucleare non è neppure di aiuto alla causa della tutela climatica……perché allora ci si vuole ostinare a imboccare anacronisticamente la strada nucleare?

Troppi interessi economici nostrani?

 

Lo Staff di Rete Clima®