Accordo di Parigi per il contrasto al cambiamento climatico: oggi entra in vigore
Entra oggi in vigore lo storico Paris Climate Change Agreement, adottato al termine dei negoziati della altrettanto storica COP 21 del dicembre 2015 a Parigi, che succede al Protocollo di Kyoto, primo accordo per la tutela climatica sottoscritto nel 1997.
L’accordo, aperto alla firma per un anno a partire dal 22 aprile 2016, entra in vigore oggi a 30 giorni esatti dal raggiungimento delle clausole richieste per la sua entrata in vigore (quali la sua ratifica da parte di almeno 55 Paesi che rappresentassero almeno il 55% delle emissioni globali).
Ecco infatti la situazione ad oggi in merito alla sottoscrizione del Paris Agrement:
In base all'accordo di Parigi, le nazioni hanno deciso di contrastare il cambiamento climatico attuando politiche ed azioni di investimento verso un futuro a basso tenore di carbonio e climaticamente sostenibile, con l'obiettivo di mantenere l'aumento della temperatura media globale "ben al di sotto di 2 °C" (l'obiettivo internazionale scientificamente condiviso è la limitazione dell'aumento della temperatura media globale a 1,5 °C rispetto ai valori preindustriali).
"More countries have come together to sign the #ParisAgreement than for any other cause in the history of humankind" - @LeoDiCaprio pic.twitter.com/DrPQjYzSgM
— UN Climate Action (@UNFCCC) 4 novembre 2016
La sottoscrizione del Paris Agreement da parte di un numero elevatissimo dei Paesi del Mondo comporta implicazioni molto chiare a livello di politiche e di azioni di indirizzo economico: per non superare la soglia dei + 2°C, infatti, entro il 2100 si potranno emettere "solo" 800 miliardi di tonnellate di CO2, un valore che -stante l'attuale trend emissivo- verrebbe raggiunto in soli 22 anni.
Secondo l’Unep (United Nation Environmental Programme), però, gli impegni di Parigi non sono però ancora sufficienti dato che per raggiungere l'obiettivo dei + 2°C servirebbe che entro il 2030 si attuino piani di riduzione emissiva con obiettivi del 25% più severi rispetto a quelli indicati dai vari paesi in vista della COP 21.
L'Europa, in particolare, si indirizza verso l'obiettivo dei +2°C con l'impegno di a ridurre le proprie emissioni del 20% entro il 2020 e del 40% entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990), un obiettivo ambizioso che dovrà però essere tradotto in un piano d’azione concreto sia a livello comunitario sia poi nei singoli Paesi.
#AccordodiParigi un futuro sostenibile passa inevitabilmente per la riduzione delle emissioni di gas serra, verso #emissionizero pic.twitter.com/blKP8X9gQi
— Rete Clima® (@reteclima) 4 novembre 2016
Lo Staff di Rete Clima®