Ancora nuovi aggiornamenti dal Golfo del Messico


La fuoriuscita continua e gli scienziati continuano a trovare nuove enormi “pozze”  sul fondale, tanto che si suppone che ci siano anche altri punti di perdita lungo ampie superfici del fondale (al di là del rilascio direttamente dal pozzo).

Per chi vuole vedere in diretta il pozzo, c’è ilnuovo sito We Who Watch (Noi Che Guardiamo) che propone su una sola pagina tutte le 12 webcam sottomarine poste in prossimità del pozzo: su TOD raccontano che ci sono in media 22 milioni di persone nel mondo ogni minuto a seguire le operazioni via webcam.

Il quantitativo di greggio intercettato continua ad essere un dato incerto: la cosa certa è che il greggio continua a disperdersi nell'oceano e non ormai è altrettanto certo che il flusso smetterà fino alla realizzazione del pozzo, in agosto.

In tutto questo quadro che davvero sembra andare sempre peggio, la BP è arrivata al punto di comperare le frasi con la parola "oil" sui motori di ricerca, in modo da reindirizzare gli utenti direttamente al proprio sito (e alla propria “versione di verità”?).

E sempre la Bp continua a riversare in mare il Corexit (il detergente altamente tossico non consentito in Europa, di cui abbiamo già parlato qui e qui), malgrado l'esistenza di altri e meno inquinanti prodotti: qualcuno ha avanzato il dubbio che dietro all’uso di questo inquinante prodotto -oltre alla volontà di mimetizzare la reale entità del danno- si nasconda anche un rilevante business.

Il Corexit, infatti, è prodotto dalla Nalco, nel cui Consiglio di Amministrazione siedono manager della BP e della Exxon…… e si ricorda che il Corexit fu usato abbondantemente anche nel caso del naufragio della Exxon Valdez (salvo presentare ancora oggi il suo conto di inquinamento –allora solo nascosto- in occasioni di mareggiate che riversano sulle coste il petrolio ancora presente sui fondali……dove gli ecosistemi saranno inevitabilmente distrutti).< Richard Charter (del gruppo Defenders of Wildlife), in un'intervista al New York Times sostiene che il Corexit: "è un prodotto chimico che l'industria petrolifera produce per venderlo a se stessa".

Intanto è certo che la Nalco ha visto salire il valore delle proprie azioni nelle ultime settimane a ritmi spaventosi.

Ma anche la Halliburton, coinvolta nel disastro della Deepwater Horizon per il cement casing (che ha ceduto), non sta a guardare: secondo Jake Sherman dal sito statunitense politico.com nel mese di maggio la Halliburton ha elargito denaro a piene mani a senatori e deputati USA coinvolti nelle commissioni di controllo. Qui un elenco.

Altre voci su importanti compagnie del calibro della Goldman Sachs, PNC Bank, Capital World Investors sostengono che queste (insieme alcuni alti manager della Bp) abbiano disinvestito in azioni della stessa BP appena due settimane prima che il disastro fosse di dominio pubblico. Cosa dire?


Lo Staff di Rete Clima®