Asserzioni etiche di sostenibilità: criteri di scelta per dichiarazioni affidabili, accurate e credibili
Come è ben evidente, e non solo agli addetti ai lavori, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un proliferare di etichette, marchi, dichiarazioni sulle performance di sostenibilità ambientale e sociale di prodotti, servizi, organizzazioni.
Molte di queste dichiarazioni possono essere sicuramente considerate valide e affidabili perché basate su solidi processi di indagine e verifica degli indicatori. Altre invece non hanno alcun valore intrinseco ma, grazie ad un’etichetta ben comunicata, possono avere raggiunto l’obiettivo di essere riconosciute dai consumatori come valide, orientando scelte d’acquisto e di consumo.
Questo influisce sulla fiducia che tali marchi possono generare presso gli Stakeholders (consumatori, clienti, banche, investitori, ecc.) e crea confusione a diversi livelli, spesso determinata dalla mancanza di normative di riferimento, di controlli, di processi di verifica standardizzati e conformi a standard internazionali.
Quindi, fatte queste premesse, quali sono le caratteristiche e i criteri per scegliere un’asserzione etica di sostenibilità di un’organizzazione che sia accurata, credibile e affidabile ed in accordo a standards o migliori prassi esistenti a livello internazionale?
Questa è la domanda da cui è partita Diligentia ETS, neonata Associazione per la Responsabilità d’Impresa e Sviluppo Sostenibile, che intende qualificarsi come punto di riferimento a favore delle imprese sui temi ESG: la domanda originaria è stata sviluppata in uno strutturato position paper, dal titolo “Asserzioni etiche di sostenibilità: criteri di scelta per dichiarazioni affidabili, accurate e credibili”, di cui ci piace offrire un approfondimento in questo nostro articolo.
Il position paper di Diligentia - ETS
Come riportato in apertura del paper, asserzione etica significa “dichiarazione, simbolo o grafica che dichiara uno o più aspetti etici di un prodotto, processo, servizio o organizzazione” (ISO 17033 e ISO 17029).
Nel contesto integrato di responsabilità di impresa nel campo della sostenibilità, è chiaro che dimostrare il valore sociale o ambientale di un’organizzazione o di un suo prodotto o servizio è strategico a molti livelli: in termini di posizionamento di mercato, di relazione con tutti gli stakeholder e di comunicazione verso partner, clienti e pubblico.
Se il termine “asserzione” può definirsi semplicemente come una dichiarazione, un marchio o un’etichetta, l’aggettivo “etica” apre invece a diversi valori che l’asserzione può dimostrare: dall’ambito strettamente sociale (benefici per il proprio personale, i clienti o le comunità) e/o ambientale, fino ai temi della salute e della sicurezza, ma anche la giustizia sociale, l’etica del business, fino ad arrivare al benessere animale e al commercio equo e solidale.
Tutto questo si colloca nella necessità sempre più importante di rendicontare e comunicare informazioni non finanziarie al fine non solo di fornire il proprio livello di performance rispetto a indicatori di vario genere (sui comparti ambientali, sociali e così via) ma anche rispetto a possibili rischi di impatti avversi su tutti gli aspetti della sostenibilità che potrebbero influire sull’organizzazione. Sono molti, infatti, gli stakeholder (dagli investitori alle autorità, fino a clienti e cittadini) che richiedono informazioni accurate per valutare la relazione con un’organizzazione, in termini di investimenti, acquisti, reputazione e prendere decisioni conseguenti in modo consapevole.
Diligentia, in questo primo position paper, approfondisce il tema solo per le organizzazioni, cercando di definire al meglio quali siano i criteri che possano fornire accuratezza, credibilità e affidabilità alle dichiarazioni a partire dagli indicatori e dalle metriche utilizzate, ma anche dal lato di chi verifica i processi di analisi e rilascio delle asserzioni e di quanto siano conformi rispetto agli standard internazionali e alle buone prassi esistenti.
Il punto di partenza alla base della pubblicazione è tanto semplice quanto fondamentale da aver presente: se non esiste un programma o una linea guida che ne permetta la verifica e la validazione (finanche la certificazione) l’asserzione non ha alcun valore, di fatto non esiste.
Secondo quanto riportato nel paper da Diligentia, la scelta di un’asserzione etica “deve essere effettuata in base a criteri di completezza degli elementi di valutazione, accuratezza delle metriche di valutazione, competenza di chi effettua le verifiche, affidabilità dei processi di valutazione e, soprattutto, credibilità di chi effettua la loro verifica/validazione, in conformità a norme riconosciute a livello internazionale e nell’ambito di programmi idonei”.
Il Position Paper è suddiviso in 3 parti: la prima analizza quali sono lo scenario e i trend della domanda rispetto alle asserzioni etiche, con un’analisi del contesto normativo esistente ed in relazione a tutti i possibili stakeholder (imprese, investitori, cittadini, autorità).
Nella seconda parte, dopo una definizione e una descrizione delle tipologie di asserzione, vengono definiti 16 criteri di scelta per dichiarazioni che siano affidabili, accurate e credibili, che naturalmente passino tramite una verifica di terza parte indipendente.
Infine, nella terza ed ultima parte, viene illustrato come i criteri individuati possano essere utilizzati dai diversi stakeholder nei propri processi di scelta ed i vantaggi che ne conseguono.
Secondo Cesare Saccani (Presidente di Diligentia ETS), “Se davvero vogliamo dare alle giovani generazioni un mondo migliore non è possibile ricondurre la sostenibilità a marchi ed etichette senza valore. Occorre invece riportare al centro la misurabilità delle prestazioni dichiarate e la verifica di conformità rispetto a norme internazionali da parte di organismi accreditati. Altrimenti il rischio di un semplice greenwashing rischia di vanificare le grandi aspettative dei giovani”
Rete Clima crede molto nella comunicazione di una sostenibilità ben progettata e ben realizzata, e supporta le aziende proprio in questi progetti di comunicazione: pertanto appoggia con forza la nascita di questi importanti indirizzi orientati alla chiarezza ed alla trasparenza della comunicazione di sostenibilità, quale strategia importante per “premiare” i soggetti che lavorano concretamente su logiche etiche e sostenibili.