Biocarburanti e fame: report di Oxfam Italia sulle conseguenze alimentari (e climatiche) delle politiche europee a favore dei biofuels
Segnaliamo l'interessante report di Oxfam Italia a proposito dei biocarburanti (e delle politiche europee di loro incentivazione), talvolta definiti "carburanti da deforestazione" e comunque (i biofuels di prima generazione) prodotti in competizione con l'alimentazione umana.
La conseguenza: un aumento dei prezzi delle materie prime alimentari, ed la conseguente limitazione all'accesso ai prodotti alimentari per quelle popolazione del mondo che vivono in condizioni di povertà.
Dal report di Oxfam: "Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a due forti impennate dei prezzi degli alimenti. Adesso i prezzi stanno salendo di nuovo: nell'estate del 2012 il mais e la soia hanno battuto ogni record. La responsabilità che le politiche sui biocarburanti hanno sulle impennate dei prezzi internazionali degli alimenti è così evidente che nel 2011 dieci organizzazioni internazionali, compresi il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale, hanno fatto un appello senza precedenti ai governi del G20 per smantellare i mandati e i sussidi per i biocarburanti. Entro il 2020 le politiche europee che incentivano l‘uso dei biocarburanti potrebbero far aumentare, da sole, il prezzo di alcuni alimenti addirittura del 36 per cento, condannando milioni di persone a fame e malnutrizione."
Secondo Elisa Bacciotti (Responsabile della Campagna Coltiva di Oxfam, nel cui ambito si inquadra anche il rapporto “Bad Bio”), l'ambizione degli obiettivi europei nel settore dei trasporti sono raggiungibili solo attraverso la produzione di biocarburanti da colture alimentari, con tutte le problematiche sopra introdotte: "In questo modo l’Europa sta scatenando la corsa ai biocarburanti a livello mondiale, privando milioni di persone di cibo, terra e acqua". (....) "Solo nel 2008 il valore degli incentivi per la produzione di biocarburanti è stato di circa 3 miliardi di euro, quasi quanto il totale dei tagli previsti dal controverso accordo sul salvataggio della Grecia deciso lo scorso febbraio. In Italia, sempre nel 2008, il costo delle mancate entrate per l’erario dovute agli incentivi per lo sviluppo dei biocarburanti è stato di oltre 100 milioni".
Oneri economici che saranno sempre più trasferiti dalle casse dello Stato a quelle dei cittadini. Secondo il report Oxfam: "Introducendo dei target di consumo di biocarburanti, i governi europei sostengono questo potente settore e le lobby degli agricoltori senza spendere un centesimo dei loro budget nazionali: via via che vengono rimossi i sussidi diretti e le esenzioni fiscali, i costi ricadono sempre più sulle spalle dei consumatori."
Anche l'impatto delle politiche europee di incentivazione rischia di produrre un effetto ambientale contrario a quello per cui i biocarburanti vengono incentivati. Infatti, sempre secondo il report: "Si dice spesso che vale la pena sostenere i biocarburanti perché ci aiutano a combattere il cambiamento climatico. Sostituendo i carburanti fossili, i biocarburanti renderebbero i trasporti 'più verdi'. Ma, in realtà, alcuni biocarburanti sono addirittura peggiori dei carburanti fossili. La coltivazione di materie prime per i biocarburanti fa sì che altre produzioni agricole si debbano spostare su siti di stoccaggio del carbonio atmosferico (foreste, torbiere e praterie), aree che tengono i gas ad effetto serra lontani dall'atmosfera fino a quando non vengono coltivate. Secondo alcune previsioni, gli impatti negativi sull'ambiente della coltivazione di queste aree per raggiungere gli obiettivi dell'UE sui biocarburanti potrebbero essere equivalenti all'immissione di altri 26 milioni di automobili sulle strade dell'UE".
Le possibili soluzioni di Oxfam a questa spirale in cui ci stanno portando i biocarburanti? Abolizione delle misure di sostegno a favore dei biocarburanti, miglioramento dell’efficienza dei veicoli, miglioramento dell'efficienza della rete dei trasporti, mobilità elettrica.
Lo Staff di Rete Clima®