Biometano: dal biogas una fonte energetica a basso tenore di carbonio (e a ciclo chiuso)
Mentre l'attuale Ministro per lo Sviluppo Economico Passera incredibilmente indvidua nell'estrazione da fonti fossili nazionali il futuro energetico del nostro Paese, si riporta la notizia dell'uscita di un documento “Il biometano fatto bene” realizzato da un gruppo di lavoro coordinato dal Cib (Consorzio italiano biogas e gassificazione).
Il documento si costituisce come una sorta di "position paper" per la promozione del biometano, un biocombustibile derivato dalla purificazione del biogas il quale, qualora realizzato in attenta coesistenza con la filiera alimentare (un punto critico delle biomasse a uso energetico, quando non hanno anche altri effetti negativi sull'ambiente come capita per i biocarburanti, anche quelli derivati da biomasse di partenza pur sostenibili), può offrire interessanti prospettive energetiche per il Paese.
Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas (Cib): "Il Position Paper promuove il progetto 'Biometano fatto bene', bioenergia di seconda generazione capace di offrire grandi opportunità non solo in termini ambientali ed energetici, ma anche in termini di sviluppo della green economy italiana".
(...) "E' possibile oggi per l'agricoltura italiana puntare su una maggiore autosufficienza energetica da fonti rinnovabili dando un importante impulso all'economia agricola. Il biometano è una fonte rinnovabile che entro il 2030 può valere 8 miliardi di metri cubi prodotti l'anno: è l'attuale produzione di gas naturale in Italia. Si tratta di numeri importanti che entro il 2020 potranno essere raggiunti già al 65%. A regime 8 mld di metri cubi prodotti consentiranno al Paese un taglio importante delle importazioni dall'estero di gas naturale, biocarburanti e biomasse, per un risparmio annuo, calcolato a prezzi correnti, di 5 miliardi di euro".
Secondo Gattoni questi impegni possono essere realizzati "senza competere con la produzione di alimenti e foraggi", garantendo la presenza di una fonte energetica rinnovabile e assai duttile nell'utilizzo.
Su quali aree? Seondo lo studio gli obiettivi sopraccitati potrebbero essere raggiunri utilizzando (al 2030) 400.000 ettari di terreni agricoli, pari alla “quantità di terreni a barbabietola e set aside 10 anni orsono” e aggiungendo quote crescenti di "biomasse di integrazione" (cioè quelle biomasse che ad oggi non generano reddito o sono un costo per le imprese agricole, come sottoprodotti agricoli e agroindustriali, scarichi zootecnici, colture di secondo raccolto) che al 2010 pesavano solo per il 23% della produzione di biogas ma che potrebbero raggiungere il 65% al 2030.
Venendo a parlare di impieghi, un altro settore in cui il biometano potrebbe gocare un ruolo importante è l'autotrazione: in un Paese come il nostro che ha una elevatissima dipendeza dall'estero sia per i carburanti che per i biocarburanti per autotrazione (si conti che nel 2011 si sono utilizzati in Italia biocarburanti prodotti con materia prima di importazione per una quota pari al 99,9%), l'obiettivo del 10% di energia rinnovabile nei trasporti al 2020 potrebbe diventare realizzabile anche con un forte contributo dalla filiera nazionale: secondo lo studio, qualora il biometano contribuisse ai consumi per autotrasporto con 2,5 miliardi di metri cubi l'anno al 2020, farebbe risparmiare 1,6 miliardi l'anno in biocarburanti d'importazione a fronte di un costo complessivo sempre al 2020 -calcolato ai prezzi attuali- di oltre 3,5 miliardi di euro).
Ciò è tanto più vero considerando che l'Italia è il Paese europeo con il più alto parco veicolare circolante a metano (oltre 600 mila mezzi circolanti, con oltre 18mila nuove immatricolazioni nel solo primo trimestre 2012) e che il decreto sulle liberalizzazioni consente alle aziende agricole che producono biometano la possibilità di installare pompe di rifornimento.
In linea generale, qualora si arrivasse al 2030 a produrre 8 miliardi di metri cubi di biometano, secondo le stime del Consorzio Italiano Biogas si potrebbero risparmiare 5 miliardi di euro l'anno in importazioni di gas, incrementando il Pil agricolo del +5% (pari a + 2 miliardi di euro, passando dagli attuali 48 miliardi a 50 miliardi di euro)
A tal scopo si segnala che attualmente in Italia il biometano non segue logiche di immissione nella capillare rete di distribuzione metano nazionale, ma si assiste ad un suo consumo locale (magari utilizzandolo per generare energia elettrica): in Svezia ed in Germania, invece, il biometano viene già immesso in rete, a vantaggio dei consumi di gas anche per usi domestici e di riscaldamento.
Lo Staff di Rete Clima®