Cambiamenti climatici e ondate di calore (a luglio 2012)
Il Goddard Institute for Space Studies della Nasa ha realizzato una analisi statistica dei dati climatici estivi dal 1951 ad oggi, raggiungendo la conclusione che il riscaldamento climatico sta avendo un impatto maggiore di quanto generalmente previsto, anche in riferimento alla crescita delle ondate di calore.
Analizzando le temperature medie estive dal 1951 il gruppo di lavoro coordinato dal noto climatologo James Hansen, direttore del Goddart Institute, ha infatti verificato che negli ultimi decenni è aumentata la frequenza delle estati "hot," "very hot" ed "extremely hot", tanto che lo stesso Hansen ha così commentato: "Per le ultime ondate di calore non c'è altra spiegazione che il cambiamento climatico".
La ricerca, pubblicata ieri su Proceedings of National Academy of Sciences, si basa sulle statistiche climatiche delle recenti estati tra le quali spicca anche questa estate 2012, caratterizzata da un caldo molto intenso che sta affliggendo il Midwest degli Usa (generando seri danni all'agricoltura nazionale degli USA), per la quale Hansen commenta: "Questa estate le persone stanno vedendo un calore estremo e l'impatto sull'agricoltura. Affermiamo che questo è causato dal riscaldamento globale e in questo articolo presentiamo l'evidenza scientifica di questo".
La ricerca ha confrontato i dati climatici rispetto alla serie storica del periodo 1951-1980, il quale è stato caratterizzato da una relativa stabilità climatica: analizzando i dati dei vari decenni successivi sulla base di una curva matematica, il gruppo di lavoro ha evidenziato degli scostamenti dal valor medio di questo periodo 1951-1980.
Tutte le curve riferite ai climatici più recenti sono infatti più spostate a destra rispetto alla curva base, a indicazione di un anomalo e crescente riscaldamento: il nuovo e più caldo andamento climatico è quindi la "nuova normalità".
Ancora Hansen: "Questa estate si prepara a ricadere nella nuova categoria estrema. Tali anomalie erano infrequenti nel clima prima del riscaldamento degli ultimi 30 anni, in modo che le statistiche ci dicono con un alto grado di fiducia che in assenza di global warming non avremmo avuto una tale anomalia estrema questa estate".
Le conclusioni a cui giunge lo studio non sono nuove, e sono peraltro supportate da innumerevoli altri studi di enti scientifici internazionali: il succo del discorso è che negli ultimi anni l'uomo ha accentuato notevolmente un processo naturale ciclico mediante le sue rilevantissime emissioni di gas ad effetto serra: a suo completo danno.
Ma prorpio riferendosi a questi precedenti studi, Hansen dice: "Negli studi condotti mi ero sbagliato. La situazione è più grave di quanto avessi sempre affermato. Insieme ad altri ritenevo che il problema fosse da localizzare più avanti nel futuro, ma invece tutto sta incredibilmente accelerando".
Nonostante ci sia che si ostina a cercare di negare l'innegabile, e cioè che il cambiamento climatico esiste e che l'uomo ne è la causa.
A quando una riduzione significativa dei gas serra?
Lo Staff di Rete Clima®