Centrali nucleari francesi e aumento di leucemie infantili acute
Un gruppo di ricercatori francesi dell'Inserm (Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale) e dell’Irsn (Institut de Radioprotection et de Sûreté Nucléaire) ha recentemente realizzato la ricerca "Childhood leukemia around French nuclear power plants - the Geocap study, 2002-2007", pubblicata sulla rivista International Journal of Cancer (di cui segnaliamo le anticipazioni pubblicate da Reuters e il link alla notizia pubblicata su Le Monde, da cui è estratta l'immagine qui a fianco).
Lo studio analizza i risultati degli studi sui rischi di leucemia infantile acuta su soggetti residenti intorno alle 19 centrali nucleari francesi, a partire dai dati della ricerca Geocap dell'Inserm che include i 2.753 casi diagnosticati in tutta la Francia continentale tra il 2002 ed il 2007.
I risultati dello studio sono ben esposti dalle parole di "Sortir du Nucléaire", la Federazione francese che raggruppa circa 800 gruppi anti nucleari, secondo cui: “Questo studio epidemiologico rigoroso condotto da un'équipe dell'Inserme dell'Irsn, cosi come il Registre National delle malattie ematologiche dei bambini di Villejuif, dimostra per il periodo 2002-2007 in Francia un raddoppio della frequenza della comparsa di leucemie infantili: l'aumento va fino a 2,2 tra i bambini di meno di 5 anni”.
Lo studio va nella direzione del precedente studio KiKK (“Kinderkrebs in der Umgebung von Kernkraftwerken – Childhood Cancer in the Vicinity of Nuclear Power Plants”), avviato nel 2003 su commissione del Governo Tedesco, che ha anch’esso riportato risultati spaventosi: casi di cancro aumentati del 54% e casi di leucemia aumentati del 76% nei bambini con meno di 5 anni residenti nel raggio di 15 chilometri dalle centrali nucleari tedesche.
Parlando di questo studio non si può non ricordare la ricerca pubblicata nel 2009 dalla rivista scientifica Enrvonmental Health, che aveva condotto un riesame ragionato di riesaminato tutti gli studi fino ad allora effettuati a proposito della correlazione fra presenza di centrali nucleari e casi di cancro e leucemia nei bambini.
Secondo Environmental Health l’aumento dei tumori e delle leucemie nei bambini è emerso tutte le volte che i criteri di indagine erano accurati e il campione preso in esame era significativo.
La rivista aveva anche preso in considerazione le possibili cause dell’incremento del tasso leucemico (analisi oggi assente nello studio francese), ipotizzando che le emissioni radioattive delle centrali nucleari sono basse, e ritenute non rischiose per la salute (degli adulti): essendo però fisiologicamente connesse al funzionamento di una centrale nucleare, vengono assorbite dalla popolazione residente nei dintorni di una centrale, gestanti comprese, e vengono quindi assorbite anche dagli embrioni.
E’ possibile perciò che la maggiore incidenza di cancro e leucemia nei bambini sia dovuta al fatto che i tessuti dei feti e dei neonati hanno una sensibilità alle radiazioni diversa rispetto ai tessuti degli adulti, ragion per cui i bambini e gli adolescenti precedentemente esposti in fase gravidica a radiazioni possano sviluppare poi leucemie con frequenze decisamente più alte rispetto alla media dei “non esposti”.
E pensare che c’è chi dice che il nucleare è sicuro.
Lo Staff di Rete Clima