Bolivia (Evo Morales): “Il patto di Cancun porterà l’uomo all’estinzione” (oltre i + 4 °C ?)

La Bolivia è stato l’unico paese a non firmare il documento di chiusura della Cop 16 di Cancun (come dicevamo già qui): il suo Presidente Evo Morales ha contestato duramente il patto sul clima qui raggiunto definendolo un accordo "vuoto" che intende portare davanti alla Corte Internazionale di Giustizia.

Pablo Solon (Ambasciatore della Bolivia all'ONU): "La Bolivia è l'unico Paese che ha mantenuto ferma l'intenzione di 'raffreddare' il pianeta alla Cop16, nel criticare 'el exitismo' di governi come il Messico, che permette l'approvazione arbitraria di questo accordo che registra solo lo 'sforzo comune' per facilitare un patto globale nella lotta contro il cambiamento climatico da realizzarsi nel 2011 a Durban, Sudafrica.

La Bolivia non è disposta ad assumersi questa responsabilità, ma al contrario è responsabile degli impegni della Conferencia Mundial de los Pueblos sobre el Cambio Climático y la Defensa de la Tierra, che si è tenuta a Tiquipaya nell'aprile scorso. La nostra delegazione ha chiesto di proseguire il cammino del Protocollo di Kyoto con il fine di promuovere delle riduzioni sostanziali della temperatura e delle emissioni di gas inquinanti e garantire che l'incremento della temperatura non venga subito. L'accordo del Pacto de Cancún è il via libera ad un incremento della temperatura del pianeta fino ai 4 gradi centigradi e più”.

Se a Copenhagen si parlava di un obiettivo di un aumento massimo di 2°C al 2050, solo un anno dopo tale obiettivo non sarebbe più realistico.

A questo proposito, Evo Morales ha giustificato la mancata firma dell’accordo con la motivazione: "Non difende la vita della natura né dell'umanità. La Bolivia proseguirà nella lotta per la Madre Tierra. La Bolivia non ha sottoscritto quel documento perché pensa che porterà il pianeta e l'uomo verso l'estinzione. La Bolivia si è opposta ad unirsi a quel documento perché non significa altro che ripetere gli errori della Conferenza climatica realizzata a Copenhagen, in Danimarca, nella quale le nazioni sviluppate si rifiutarono di cambiare le loro politiche irrazionali di industrializzazione che provocano l'inquinamento ambientale e la distruzione del mondo.

Sebbene a Cancun, come a Copenhagen, hanno cercato di emarginarci e di non tener conto delle nostre proposte in difesa della vita, proseguiremo da soli nella lotta insieme al popolo della Bolivia. Si è realizzata un'accettazione della posizione della Bolivia da parte dei movimenti sociali del mondo. La Bolivia con i movimenti sociali ed i popoli del mondo andrà avanti  e promuoverà nuove riunioni per raggiungere un consenso mondiale ed adottare politiche che permettano di vivere in armonia con la Madre Tierra. Il mondo non può proseguire con programmi irrazionali di industrializzazione che sono l'unica cosa che provoca la distruzione del pianeta e dell'umanità".

Ma Morales nel suo discorso dice anche molto di più, parole sulle quali dovremmo tutti riflettere: "Gli esseri umani non possono vivere senza la Madre Tierra, però il pianeta può esistere senza l'essere umano. Per questo i diritti della Terra sono ancora più importanti degli stessi i diritti umani.

Il mondo deve capire che un riscaldamento eccessivo del pianeta lo porterà all'estinzione dell'umanità. (...) La Bolivia ha proposto accordi per stabilizzare la temperatura del pianeta  ad un grado centigrado come massimo, mentre le grandi potenze dicono che deve salire almeno di due gradi".

Un reporter britannico della BBC ha definito la Bolivia "un piccolo paese che è anche una grande potenza per la sua difesa della vita e dell'umanità".

Di sicuro la Bolivia oggi sta lottando per i popoli di tutto il pianeta perché nei vari summit gli accordi non siano solo di facciata e di buone intenzioni ma di sostanza.

E' un Paese che sta lottando perché si faccia chiarezza sul futuro di Kyoto prima che Kyoto scada l'anno prossimo, perché gli accordi siano precisi e non generici (entro il 2020 vogliamo abbattere le emissioni del 25% o del 40%?), perché prevedano delle pene per le omissioni, perché i ricchi aiutino i poveri e si assumano le proprie responsabilità.

Non si può quindi festeggiare l’accordo di Cancun, dato che sarebbe stato il momento di prendere decisioni chiare e efficaci, non basate solo su azioni economiche e di mercato (come il Green Found) ma valori e necessità più alte e non rinviabili.

Ma purtroppo così non è stato.....ed i + 4 gradi di riscaldamento del clima terrestre incombono su tutti. 

 

Lo Staff di Rete Clima®