Cop 25: obiettivi non raggiunti, persa una importante occasione
Nonostante la grande attesa per questa conferenza, nonostante i mesi di preparazione, nonostante 48 ore aggiuntive alle 2 settimane di incontri, la Cop 25 di Madrid non ha raggiunto i propri obiettivi.
Obiettivi che invece il mondo scientifico e la società civile chiedeva a gran voce, consapevoli dei rischi climatici a cui andiamo incontro.
Qualche passo positivo è stato fatto, ma il cuore delle attività è stato rimandato ai prossimi accordi di Bonn che si terranno nel prossimo giugno 2020.
Le posizioni dei quasi 200 Paesi partecipanti alla Cop25 sono risultate troppo distanti, in particolare rispetto all’articolo 6 dell’Accordo di Parigi che è l'ultimo articolo mancante per il completamento dell'Accordo stesso e che dovrebbe regolare il mercato globale del carbonio.
Il quale, insieme all'aumento degli obiettivi nazionali di contenimento emissivo (NDCs - Nationally Determined Contributions) e il meccanismo di aiuti per le perdite e i danni subiti dai Paesi vulnerabili (loss and damage), si costituiva come una delle aree chiave su cui mediare in sede di Conferenza.
L'art. 6 dell'Accordo di Parigi si riferisce nello specifico alla cosiddetta "finanza climatica", che dal 2020 dovrebbe diventare il cuore dello sforzo globale per ridurre le emissioni grazie alla possibilità di scambio di quote di emissioni tra i diversi Paesi: l’opposizione a questa approvazione è stata condotta senza particolari mascheramenti dal Brasile di Bolsonaro, ma anche da Cina, Australia ed USA (pur in uscita dall'Accordo!).
Purtroppo però questa situazione è anche figlia della struttura negoziale della Cop, dove l’opposizione da parte pochi Paesi può bloccare ogni progresso: qualche voce chiede se questa non debba essere l'occasione di "chiudere" con l'esperienza delle Cop così come sono strutturate oggi, per aprire ad altre strutture negoziali.
Serena Giacomin, collega e Presidente di Italian Climate Network: "L'Unfccc è ostaggio dei poteri fossili. Non possiamo permettere che gli interessi di alcuni blocchino il negoziato mettendo a repentaglio la vita di tante persone".
Profonda la delusione del Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che ha invece definito la Cop25 come: "Un'occasione persa".
I am disappointed with the results of #COP25.
The international community lost an important opportunity to show increased ambition on mitigation, adaptation & finance to tackle the climate crisis.
But we must not give up, and I will not give up.
— António Guterres (@antonioguterres) December 15, 2019
Anche Greta Thunberg, che nei giorni di Cop25 si è anch'essa spesa per la sensibilizzazione dei delegati verso obiettivi climatici importanti (video a seguito),
ha manifestato così la sua delusione via Twitter:
It seems like #cop25 in Madrid is falling apart right now. The science is clear, but the science is being ignored.
Whatever happens we will never give up. We have only just begun. https://t.co/wEFIDLU382— Greta Thunberg (@GretaThunberg) December 14, 2019
In tutto questo quadro complesso e scoraggiante arriva un segnale positivo dall'Europa, che ha voluto giocarsi quale attore impegnato in prima linea in importanti obiettivi climatici quali la propria carbon neutrality entro il 2050:
I am encouraged by the fact that the European Union decided to move ahead with its commitment to carbon neutrality by 2050.
This example of #ClimateAction needs to be followed worldwide.
— António Guterres (@antonioguterres) December 13, 2019
Altra area positiva di avanzamento a Cop25 è stata la definizione dell'obbligo di indicare esplicitamente entro la prossima Cop26 di Glasgow gli impegni di riduzione emissiva al 2030 da parte dei Paesi industrializzati (gli NDCs).
Pochi segnali positivi non cambiano però le sorti negative di una Cop 25 che invece partiva con grandi ambizioni.
Intanto però il tempo passa, così diventa sempre più difficile (e costoso) contenere il riscaldamento climatico.
Lo Staff di Rete Clima