Emissioni di CO2: bocciata la causa contro le multinazionali americane dell’energia
La Corte Suprema americana ha stroncato la causa intentata contro le 5 multinazionali dell’energia da parte degli ambientalisti americani e da alcuni Stati federali (California, Connecticut, Iowa, New York, Rhode Island e Vermont: New Jersey e Wisconsin avevano invece recentemente ritirato il loro sostegno dopo la nomina di due governatori repubblicani).
Scopo della causa, avviata nel 2004, era arrivare ad una limitazione delle emissioni di gas serra di cinque multinazionali dell'energia, responsabili del 10% di anidride carbonica generata negli USA.
E usiamo non a caso il verbo “stroncare” dato che Corte Suprema ha respinto con voto unanime (8 – 0) la causa volta a limitare le emissioni di gas serra di American Electric Power Co Inc, Southern, Xcel Energy Inc, Duke Energy Corp e TVA, in causa dal 2004 come imputate di inquinamento dell’aria e dell’acqua, beni di tutti.
La “scusa” formale della Suprema Corte è che solo il Congresso e l’US-EPA (l’Agenzia di Protezione Ambientale statunitense) possono decidere in materia di riduzione delle emissioni, attraverso il Clean Water Act ed il Clean Air Act: il quale atto però regola solo “l’inquinamento da smog tradizionale”, non quello da anidride carbonica.
Allora va davvero male, dato che tutto è rimesso nelle mani politiche di quel Congresso che dal 1997 si rifiuta di firmare il Protocollo di Kyoto, un accordo ormai riconosciuto incapace anche solo di limitare il danno climatico.
Si tratta di una sconfitta dell’intero movimento ambientalista americano e dell’amministrazione Obama, che nel suo programma elettorale aveva promesso grandi passi in avanti nella lotta al cambiamento climatico: è la sconfitta dell’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change), che continua a promuovere politiche volte a ridurre le emissioni globali di CO2 (la causa principale del riscaldamento globale), oltre che la sconfitta di chi crede che la riduzione delle emissioni sia l’unica strada per poterci garantire un futuro su questo pianeta.
È una sconfitta che dopo i passi indietro degli incontri tecnici di Bonn aumentano la preoccupazione per i risultati della prossima COP (Conference of Parties) di Durban (Sudafrica), dove dovrebbero invece essere messe le basi per un nuovo accordo che superi il Protocollo di Kyoto, che scadrà nel 2012.Davvero non sarebbe sensato che il Protocollo di Kyoto, innovativo quanto limitato accordo globale per la tutela climatica, possa rimanere l’unico e solo documento vincolante in materia di clima della nostra storia.
E a proposito di Protocollo di Kyoto, qualche giorno fa la prima pagina del quotidiano alternativo di Berlino Tageszeitung, molto interessato al tema del riscaldamento climatico, riportava: “Dimenticatevi Kyoto. Kyoto è morto”.
Noi no lo crediamo né lo vogliamo. E ci impegniamo per la riduzione degli impatti nostri e di tutti, nel nostro piccolo.
Perché e vero che tanti piccoli, insieme, fanno tanto.
Lo Staff di Rete Clima®