Costi delle catastrofi naturali: + 151% in circa 20 anni, eventi meteorologici estremi al primo posto
L'United Nations Office for Disaster Risk Reduction (Unisdr) ed il Centre for Research on the Epidemiology of Disasters (Cred) hanno recentemente rilasciato un rapporto dal titolo “Economic Losses, Poverty and Disasters 1998-2017” che presenta una contabilità dei danni diretti legati agli eventi meteorologici estremi, fenomeni il cui incremento in termini di frequenza ed intensità è strettamente collegabile al riscaldamento climatico.
Secondo il report, negli ultimi 20 anni si è verificato un aumento del 151% delle perdite economiche dirette causate dalle catastrofi legate al clima, per una quota pari a 1.600 miliardi di dollari, raggiungendo così la cifra record di 2.245 miliardi di dollari.
Le tipologie di catastrofi naturali considerate dal report comprendono ondate di caldo, uragani, siccità, inondazioni, terremoti ed eruzioni vulcaniche che negli ultimi 20 anni hanno generato perdite economiche pari a 2.908 miliardi di dollari in tutto il mondo: come già detto, di questi 2.245 miliardi sono legati appunto ai fenomeni meteorologici estremi.
DISASTERS SCORECARD #IDDR2018 Can we do better?
Climate disasters = 91% of 20 year total
Extreme weather = 77% US$3 trillion losses;#Floods #drought #storms = 94% people affected;#Earthquakes & #tsunamis = 56% deaths;#ResilienceForAll #SendaiFramework
https://t.co/a58rZMeNcM pic.twitter.com/DNe86tuSiX— UNISDR (@unisdr) 26 ottobre 2018
Si tratta di di valori in crescita, dal momento che nel precedente periodo 1978-1997, il costo complessivo è stato “solo” di 1.313 miliardi di dollari, di cui 895 miliardi (il 68%) legati agli eventi meteorologici estremi.
Le catastrofi collegate al clima rappresentano circa il 91% dei quasi 7.200 eventi catastrofici più importanti registrati a livello globale negli ultimi 20 anni: le catastrofi naturali più frequenti sono, in particolare, le inondazioni (che rappresentano il 43,4% del totale) seguite dalle tempeste (pari al 28,2% del totale).
Débarati Guha-Sapir (Université catholique de Louvain in Belgio, autore dello studio): "I sisma e gli tsunami sono la principale causa dei decessi, ma il cambiamento climatico non cessa di far aumentare le perdite economiche dovute alle catastrofi". E' infatti vero che i terremoti e gli tsunami verificatisi negli ultimi 20 anni hanno causato più del 56% del totale dei decessi, pari a quasi 750.000 morti, ma i danni economici sono invece principalmente collegati agli eventi meteo-climatici estremi.
Il Paese più colpito sono gli Stati Uniti, che hanno subito i danni economici più importanti: le statistiche ci indicano spese per 944,8 miliardi di dollari, seguiti da vicino dalla Cina (con 492,2 miliardi di dollari) e dal Giappone (376,3 miliardi). L’Italia ricopre il settimo posto di questa classifica, con 56,6 miliardi di dollari di danni, precedendo Thailandia (54,4), Francia (49,3) e Messico (46,5) e seguento la Germania (che è al sesto posto con 57,9 miliardi di danni).
Il rapporto sottolinea anche che le persone nei Paesi poveri sono 6 volte più minacciate di perdere i loro beni o di soffrire per i danni rispetto alle persone nei Paesi ricchi: un esempio su tutti è rappresentato da Puerto Rico, che si è classificato tra i primi dieci posti per perdite economiche annuali medie rispetto al Prodotto interno lordo (che arrivano appunto a rappresentare il 12,2% del PIL).
L’Unsidr conclude: "L’analisi del rapporto indica chiaramente come le perdite economiche dovute ai fenomeni metereologici estremi non siano sostenibili e impediscano l’eradicazione della povertà".
Lo Staff di Rete Clima