I costi monetari del clima che cambia
Il Fondo monetario internazionale ha reso noto uno studio secondo il quale i Paesi del sud-est asiatico (Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam) saranno tra quelli maggiormente colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici, che però già ora provocano danni economici enormi e che potrebbero aumentare fino ad oltre il 6% all'anno del PIL locale.
John Lipsky (FMI) al giornale filippino Bussiness Insight Malaya: "Il sud-est asiatico è una delle regioni più vulnerabili del mondo ai cambiamenti climatici, data la sua lunga linea costiera, la sua concentrazione di persone e di attività lungo la costa, e la sua dipendenza dall'agricoltura e dalle risorse naturali e forestali. Se non si interviene, il Sud-Est asiatico potrebbe perdere l'equivalente del 6,75% del Pil ogni anno fino al 2100, più del doppio della perdita media globale. Chiaramente, la regione deve intervenire per mitigare e adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici. Ma questa è una sfida globale e richiede un approccio collettivo".
Greenpeace Southeast Asia ha commentato lo studio sottolineando che i costi economici associati agli impatti dei cambiamenti climatici aggravano ancora di più la miseria del popolo.
Nelle Filippine effettivamente si sono intensificati i fenomeni ambientali estremi come alluvioni, siccità, incendi boschivi e cicloni, con danni materiali ed economici enormi: tra il 1975 e il 2002 i cicloni tropicali hanno causato perdite per 4.578 miliardi di pesos (3047 miliardi dei quali nel solo settore agricolo), mentre da soli i quattro cicloni tropicali dellla fine del 2004 sono costati alle Filippine 7.615 miliardi di pesos.
Un intervento di tutela climatica a livello mondiale diventa sempre più urgente e necessario.
PV