Biodiversità e salute

Biodiversità e salute

Circa un milione di specie sono ora a rischio di estinzione e, se la perdita di specie continuerà ad aumentare, le funzioni dell'ecosistema utili alla salute e alla vita umana continueranno a diminuire.

Biodiversità e salute sono strettamente legate e hanno un impatto reciproco, ad esempio sulla qualità dell’acqua e dell’aria, sulla produzione alimentare e la nutrizione e sulla diversità microbica e le malattie non trasmissibili.

La biodiversità è fonte di cibo, medicine, carburante, energia e mezzi di sussistenza e, non ultimo, di arricchimento culturale e spirituale.

Contribuisce inoltre a fornirci aria e acqua pulita e svolge funzioni fondamentali che vanno dalla regolamentazione di parassiti e malattie al mitigamento del cambiamento climatico e delle catastrofi naturali

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Ecco alcuni dei modi in cui la biodiversità ha un impatto sulla nostra salute.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che i fattori di stress ambientali siano responsabili per il 12-18 % di tutti i decessi nei 53 paesi della regione Europa dell’OMS. Il miglioramento della qualità dell’ambiente in settori chiave come l’aria, l’acqua e il rumore può contribuire a prevenire le malattie e a migliorare la qualità della salute umana. 

Biodiversità: un laboratorio vivente

La maggior parte dei medicinali prescritti nei paesi industrializzati deriva da composti naturali prodotti da animali e piante. Miliardi di persone nei paesi in via di sviluppo si affidano principalmente alla medicina tradizionale a base vegetale per l'assistenza sanitaria di base.

Molte cure della natura sono familiari; antidolorifici come la morfina derivano dai papaveri da oppio, il chinino antimalarico dalla corteccia dell'albero della china sudamericana e l'antibiotico penicillina è prodotto da funghi microscopici.

I microbi scoperti nel suolo di Rapa Nui (Isola di Pasqua) combattono le malattie cardiache abbassando il colesterolo.

L'AZT, uno dei primi farmaci anti-HIV/AIDS, proveniva da una grande spugna di acque poco profonde che vive nei Caraibi, e sembra essere la stessa spugna che ha prodotto antivirali per curare l'herpes.

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Biodiversità: un serbatoio cruciale per le cure dell'uomo

Ad oggi sono state identificate solo circa 1,9 milioni di specie (e in molti casi poco studiate). Si ritiene che ce ne siano altri milioni completamente sconosciuti.

Tutto ciò che è vivo è il risultato di un complesso "laboratorio vivente" che ha condotto i propri test clinici sin dall'inizio della vita, circa 3,7 miliardi di anni fa. Questa biblioteca farmaceutica naturale ospita una miriade di cure sconosciute, ancora da scoprire.

L’orso polare, specie in pericolo di estinzione, viene spesso utilizzato come esempio in tal senso. Mentre l’Artico si sta disgregando a causa dei cambiamenti climatici, il più grande predatore terrestre è diventato un'icona dei pericoli posti dall'aumento delle temperature globali.

Potrebbe però anche essere un'icona per la salute. Gli orsi polari accumulano infatti enormi quantità di grasso prima di andare in letargo, ad un livello tale da mettere in pericolo la vita degli esseri umani, ma sono tuttavia apparentemente immuni al diabete di tipo II.

Rimangono inoltre immobili per mesi ma le loro ossa rimangono intatte, dormono e non urinano, tuttavia i loro reni non sono danneggiati: se quindi, per esempio, capissimo e potessimo riprodurre il modo in cui gli orsi eliminano i rifiuti metabolici durante il letargo, potremmo essere in grado di trattare - e forse anche prevenire - la tossicità dell'insufficienza renale negli esseri umani.

Attualmente il 13% della popolazione mondiale è clinicamente obeso e si prevede che il numero di persone affette da diabete di tipo II salirà a 700 milioni entro il 2045. Nel corso della loro vita, 1 donna su 3 di età superiore ai 50 anni e 1 su 5 uomini sperimenteranno fratture ossee correlate all'osteoporosi.

Solo negli Stati Uniti, l'insufficienza renale uccide più di 82.000 persone e costa all'economia statunitense 35 milioni di dollari l'anno: gli orsi polari hanno naturalmente sviluppato "soluzioni" a questi problemi - diabete di tipo II dall'obesità, osteoporosi dall'immobilità e tossicità dall'insufficienza renale - che causano sofferenza a milioni di persone.

Proliferazione malattie infettive

Le azioni disturbanti verso gli ecosistemi dell'ecosistema e la perdita di biodiversità hanno un impatto importante sull'emergenza, la trasmissione e la diffusione di molte malattie infettive umane. Gli agenti patogeni del 60% delle malattie infettive umane, ad esempio malaria e COVID, sono zoonotici, nel senso che sono entrati nel nostro corpo dopo aver vissuto in altri animali.

Il virus che causa l'HIV/AIDS, e che finora ha ucciso oltre 40 milioni di persone, probabilmente ha effettuato un salto di specie dagli scimpanzé macellati per la carne selvatica nell'Africa centro-occidentale. Secondo alcune stime potrebbero esserci 10.000 virus zoonotici in grado di saltare specie a noi che circolano silenziosamente in natura oggi.

Ciò rende l'approccio One Health - un approccio collaborativo, multisettoriale e transdisciplinare che riunisce varie agenzie intergovernative, governi e attori locali e regionali per affrontare insieme la salute umana e la salute ambientale - fondamentale per ridurre al minimo il rischio di future ricadute di malattie.

Aria pulita

L’inquinamento dell’aria è il principale rischio ambientale per la salute in Europa ed è associato a malattie cardiache, ictus, malattie polmonari e cancro ai polmoni.

Si stima che l’esposizione all’inquinamento dell’aria determini ogni anno oltre 400.000 decessi prematuri nell’UE. L’esposizione al rumore dei mezzi di trasporto e delle industrie può causare fastidi, disturbi del sonno e relativi aumenti del rischio d’ipertensione e di malattie cardiovascolari.

Uno studio svolto in 14 città italiane dal Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia agraria) ha rilevato che un ettaro di foresta urbana può rimuovere in media 17 Kg annui di polveri sottili, mentre gli alberi di una foresta periurbana possono assorbire fino a 1.005 kg/anno, per ettaro, di carbonio.

L’aumento delle foreste urbane è in linea con il Green deal europeo che prevede di aumentare del 5% entro il 2050 gli spazi verdi urbani e di ottenere una copertura arborea minima del 10% in ogni città.

Rete Clima lavora esattamente in questa direzione promuovendo nuova forestazione urbana ed extraurbana, nell'ambito della propria Campagna Foresta Italia.

Bibliografia

Studio del Crea: https://www.mase.gov.it/sites/default/files/archivio/allegati/PNRR/PNRR_piano_forestazione.pdf

Articolo di Sara Moraca per Rete Clima