Elettrodomestici intelligenti per reti intelligenti
La "smart grid" coinvolge anche gli elettrodomestici ed i frigoriferi (inglesi). Il principio è semplice: se ci sono elettrodomestici “intelligenti” capaci di usare meno energia elettrica quando la rete ne ha più bisogno e concentrando i consumi nei momenti in cui c’è surplus di produzione, è possibile gestire la domanda di elettricità in maniera più efficiente. E con minori emissioni di gas serra (legate alla produzione elettrica).
In Inghilterra si sta avviando l’esperimento di una rete intelligente da parte di una azienda specializzata in tecnologie per la gestione della domanda elettrica (RLtec, l’utility RWE-Npower, Indesit e alcune grandi catene di supermercati). Come già si accennava superiormente, il concetto alla base di tutto è la "gestione dinamica della domanda": LRtec ha applicato ai frigoriferi un dispositivo che permette che la macchina moduli i consumi in relazione ai “picchi” e alle “valli” della domanda di elettricità complessiva della rete. Il frigorifero comunica con il sistema elettrico in tempo reale grazie a questo dispositivo, prelevando più elettricità quando nella rete ce n’è in sovrappiù, riducendo o azzerando i consumi durante i picchi di domanda e di produzione. Si tratta di un dispositivo che non compromette le prestazioni del frigorifero, ma che semplicemente riduce la domanda quando serve al sistema nazionale, garantendo vantaggi di efficienza al sistema stesso. L’elettrodomestico diventa così infatti una sorta di buffer o di batteria della rete: un elemento sempre più necessario in un sistema elettrico caratterizzato dal ruolo crescente di fonti dalla produzione aleatoria e non programmabile, come l’eolico.
Infatti nei paesi industrializzati per far fronte ai picchi della domanda è attualmente prassi far produrre di più le centrali programmabili come quelle termoelettriche (non nucleari!!). Con tecnologie di controllo dinamico della domanda come questa proposta da RLtec, i picchi della domanda potrebbero invece venire smussati e il ricorso all’aumento di produzione da centrali a gas, petrolio o carbone, notevolmente ridotto: con risparmio di denaro e di CO2.
(grafico della domanda elettrica nazionale italiana)
Secondo l’azienda, se frigoriferi come quelli che si stanno sperimentando fossero ampiamente diffusi, la Gran Bretagna potrebbe emetterebbe 2 milioni di tonnellate di CO2 in meno ogni anno, mentre Nationa Grid (gestore del sistema elettrico inglese) risparmierebbe 1 miliardo di sterline. Inoltre, quel che si è fatto con i frigoriferi si potrebbe fare con qualsiasi macchina che immagazzini energia: ad esempio, condizionatori o pompe di calore elettriche.
Per ora, specifica RLtec, non è economicamente conveniente montare il sistema sui frigoriferi esistenti, ma avrebbe senso adottare i frigoriferi intelligenti presso i grossi consumatori. In atto c’è già un progetto pilota, realizzato assieme ad Indesit, per distribuire 300 frigoriferi intelligenti ad altrettanti utenti della rete e monitorarne i consumi. Ora si stanno prendendo accordi con alcune grandi catene di supermercati per allargare il progetto e far salire a 3000 il numero dei “frigoriferi anti-picco”.
Dalla parte del consumatore, infatti, i dispositivi non comportano cali delle prestazioni o aumenti in bolletta, anzi, l’utente potrebbe ottenere dai fornitori tariffe elettriche scontate in cambio del permesso a ridurre la fornitura durante i momenti di picco.
Il futuro della rete intelligente sembra che passerà anche dagli elettrodomestici che gestiscono la domanda elettrica.
Lo Staff di Rete ClimaTM