FAO: deforestazione in calo (buona notizia?)
La FAO ha pubblicata un' anteprima del Rapporto 2010 sullo stato delle foreste del pianeta: si tratta del “Global Forest Resources Assessment” (www.fao.org/forestry), rapporto decennale che desidera fare il bilancio sulla situazione delle foreste globali. Secondo questo rapporto (che uscirà in forma completa solo alla fine dell’anno) la deforestazione globale è diminuita: cosa che non significa che si possa stare necessariamente tranquilli, dato che si tratta solo di un rallentamento nella perdita di ecosistemi forestali, ambienti fondamentali per il mantenimento degli equilibri della biosfera e dell'economia umana.
Attualmente gli ecosistemi forestali nel mondo coprono il 31% della superficie terrestre, e si tratta di più di 4 miliardi di ettari, che corrispondono ad una media di 0.6 ettari pro capite: le cinque nazioni più ricche di foreste (Federazione Russa, Brasile, Canada, Stati Uniti e Cina) coprono per più della metà il totale delle aree forestali presenti sul nostro pianeta. Secondo il rapporto FAO, tra il 1990 e il 2000 la scomparsa delle foreste primarie è stata pari a 1,6 milioni di km², e a 1,3 milioni di km² tra il 2000 e il 2010: la deforestazione è stata essenzialmente dovuta a conversione delle foreste tropicali in terre agricole (le grandi perdite di foreste con i più alti tassi di perdita annuali continuano ad essere registrate, in quest'ultimo decennio, nel Sud America ed in Africa, con 4 e 4.3 milioni di ettari rispettivamente). Questi dati significano che in 20 anni sono stati distrutti 2,9 milioni di km² di foresta, un'area po' più grande dell'Argentina: si tratta del 7,5% del patrimonio forestale del 1990, sintomo di dinamica che -letta sul lungo periodo- è seriamente preoccupante. Inoltre questi dati vanno letti considerando che c’è una crisi economica in atto che ha radici all’inizio del secolo presente, e che quindi il rallentamento dell’economia non è necessariamente virtù. Nel report della FAO viene però anche indicato che in molte aree del mondo sono stati avviati piani di riforestazione, per cui la perdita netta di foreste è stata minore: 0,85 milioni di km² nel primo decennio e 0,52 milioni nel secondo (per un totale di 1,40 milioni di km2 a fronte dei 2,9 milioni di km2 di deforestazione assoluta individuati nel report). In particolare, il Brasile e l'Indonesia che presentavano tassi di perdita di foresta molto alti negli anni Novanta hanno significativamente ridotto i loro tassi di deforestazione. Inoltre paesi come Cina, India, Stati Uniti e Vietnam a seguito di ambiziosi programmi di riforestazione, hanno aggiunto, insieme ad alcuni fenomeni di espansione naturale degli ecosistemi forestali e boschivi in altre regioni, una cifra annuale di 7 milioni di ettari di nuove foreste. Tuttavia, occorre ricordare che: la riforestazione ha riguardato soprattutto le foreste europee, nordamericane, cinesi e indiane (le foreste equatoriali non hanno conosciuto riforestazione se non in minima parte) e che una foresta primaria è un ecosistema ricco e complesso, con una valenza ecologica infinitamente superiore a quella di qualsiasi altro territorio riforestato o afforestato per mano umana.
PV