Disastro petrolifero nel Golfo del Messico: danni all’ambiente ed alla salute
Ecco i dati sulla situazione nel Golfo del Messico riportati da TOD per il giorno 4 luglio (giorno dell’indipendenza americana…. speriamo anche da petrolio, il prima possibile).
Allora:
- sono stati raccolti poco meno di 17.000 barili di petrolio;
- sono stati bruciati circa 8.000 barili di petrolio e oltre 1.600.000 metri cubi di gas.
Resta ancora ignoto il dato su quanto petrolio sia finito in mare, dato che tale cifra resta un segreto ben custodito fin dall'inizio del disastro.
L’insieme di questi dati è spaventoso: solo il gas bruciato in un giorno equivale a quasi un'ora del consumo totale in Italia: alla faccia dell’effetto serra.
Ma queste strade di “smaltimento” del petrolio sversato, insieme al rilevante uso di Corexit (ne abbiamo già parlato qui) fa sì che si stia verificando un rilevante problema sanitario.
Un reporter della CNN racconta che finora si sono ammalati 128 degli operai che ripuliscono il greggio sulla costa, e che la BP invita loro ad andare nella clinica privata a Grand Isle che appartiene alla BP (la stessa notizia è riportata anche da Fox TV).
Di seguito un altro video su youtube dove un cittadino della Louisiana raccoglie campioni di sabbia, di acqua di mare sul bagnasciuga, e di acqua di mare a 20 miglia dalla costa e li spedisce ad un laboratorio di analisi.
Il video racconta i risultati delle analisi chimiche che indicano una concentrazione del disperdente Corexit molto superiore al previsto: se una concentrazione di Corexit pari a 25 parti per milione è in grado di uccidere i pesci, le analisi evidenziano un livello di circa 400 parti per milione, tale da poter avere ripercussioni anche sulla salute degli abitanti della costa.
Di male in peggio.
Lo Staff di Rete Clima®