LMRP: un altro fallimento della Bp
Il LMRP (lower marine riser package) non ha funzionato, con il risultato che di petrolio ora ne esce ancora di più: ufficialmente si parla di un incremento del 20%, ma in questa sporca faccenda abbiamo ormai imparato che non è il caso di affidarsi ai numeri ufficiali.
Avevamo già parlato qui del rischiosissimo tentativo rappresentato dal “tappo” costituito dal LMRP, il sistema che avrebbe dovuto incanalare gli idrocarburi verso la nave cisterna in superficie: per cercare di operare questo collegamento si è dovuti intervenire tagliano il tubo (che in origine collegava il blowout preventer con la piattaforma Deepwater Horizon) il quale –essendo strozzato e piegato- frenava in parte il flusso di petrolio.
Una volta tagliato via si sarebbe dovuto installare il LMRP al suo posto, facendo in modo che il LMRP medesimo aderisse molto bene – se non proprio in modo ermetico – alla valvola blowout preventer: ed in questa maniera si potesse bloccare il rilascio.
La Bp, proprietaria del pozzo di petrolio fuori controllo nelle profondità del Golfo del Messico, è tuttora fiduciosa, dice che ci vorrà tempo prima di dare il giudizio definitivo: ma dalle news americane appare un forte e motivato scetticismo.
Intanto le webcam sul fondale (trovate l’elenco su questa pagina che ha reso disponibile la BP) stanno mostrato un grosso pennacchio nero che esce non solo dal blowup preventer, ma anche dalla base del Lmpr, il “tappo” che non ha tappato.
Qui c’è anche la diretta della webcam che trasmette 24 ore su 24 la PBS (TV pubblica statunitense), con l’indicazione del quantitativo di petrolio che si sversa in mare minuto per minuto.
Ecco un'altra stima del National Center for Atmospheric Research della Florida. Lo studio comprende una simulazione che mostra come la chiazza di petrolio trascinata dalla corrente potrebbe superare la penisola della Florida nel giro di poche settimane, e diffondersi poi sulla costa atlantica e nell’Oceano aperto.
Sempre peggio.
Lo Staff di Rete Clima®