Report Ipcc: la concentrazione CO2 in atmosfera è la più alta degli ultimi 800.000 anni ed il riscaldamento climatico aumenta
A seguito della approvazione ufficiale del V° Rapporto dell'Ipcc sui cambiamenti climatici, avvenuta in aprile 2014, la scorsa domenica 2 novembre 2014 è stato reso pubblico a Copenhagen il Synthesis Report (SYR), il documento di sintesi dei tre volumi pubblicati già nell'ultimo anno in questi mesi e costituenti il V° Rapporto.
Appena prima della prossima COP 20 di Lima, l’Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change, a cui aderiscono 195 Stati internazionali) ha così concluso l'iter di rilascio del suo ultimo rapporto, che si costituisce complessivamente come la più completa e più strutturata analisi scientifica mai realizzata a proposito di climate change.
Negli ultimi 14 mesi sono stati infatti rilasciati dall'Ipcc i 3 diversi rapporti costituenti il V° Rapporto, quali:
- "The Physical Science Basis" - WG1-AR5 (settembre 2013);
- "Impacts, Adaptation and Vulnerability" - WG2-AR5(marzo 2014);
- "Mitigation of Climate Change" - WG3-AR5 (aprile 2014).
costituendosi complessivamente come la più completa e più supportata analisi scientifica mai realizzata a proposito di climate change.
Ad oggi il cambiamento climatico è una realtà ormai assolutamente ben descritta e ben compresa a livello scientifico: la scienza è certa non solo della sua origine umana (il 95% del fenomeno di responsabilità antropica) ma anche del valore di crescita della temperatura media della superficie della Terra e degli Oceani (+ 0,85 ºC tra il 1880 e il 2012).
Più di 800 scienziati di diversi Paesi, sostenuti da oltre 2.000 revisori, hanno lavorato dentro i tre Working Group arrivando a comunicare chiaramente il fatto che (qui le parole di Thomas Stocker, copresidente del Working Group I dell’Ipcc): "Secondo la nostra valutazione l’atmosfera e gli oceani si sono riscaldati, la quantità di neve e di ghiaccio è diminuita, il livello del mare si è alzato e la concentrazione di biossido di carbonio è aumentata fino a livelli senza precedenti da 800.000 anni".
La temperatura cresce, anche se il forte riscaldamento delle masse oceaniche ha rallentato l’aumento della temperatura media a livello atmosferico: di seguito però un grafico che mostra l’aumento combinato della temperatura atmosferica ed oceanica, una chiara risposta a chi nega il climate change sulla base del fatto che c’è stata una pausa nel riscaldamento climatico in atmosfera:
Il report esplicita in maniera chiara il fatto che, al fine di avere ancora una probabilità di non superare la pericolosa soglia dei + 2 °C di incremento della temperatura media globale rispetto al periodo preindustriale, le emissioni mondiali di gas serra dovranno necessariamente essere ridotte del 70% entro il 2050 e dovranno invece essere azzerate entro il 2100.
R. Pachauri (Presidente dell’Ipcc): "La giustificazione scientifica della priorità da accordare alle misure di lotta contro l’evoluzione del clima è più chiara che mai. Disponiamo di poco tempo prima che la congiuntura che permette di limitare il riscaldamento a 2° C non abbia fine. Perché possiamo avere una buona chance di restare al di sotto dei 2° C ad un prezzo gestibile, le nostre emissioni, sul piano mondiale, dovrebbero diminuire dal 40 al 70% tra il 2010 ed il 2050, e scendere a zero almeno entro il 2100".
(fonte: cpsl.cam.ac.uk - Traduzione italiana da parte del CMCC)
Il quantitativo di carbonio già emesso in atmosfera è rilevante, il budget di emissione residuali dovrà essere quindi necessariamente ed accuratamente gestito.
(fonte: cpsl.cam.ac.uk - Traduzione italiana da parte del CMCC)
L’Ipcc conferma infatti che: "L’influenza dell’uomo sul sistema climatico è chiara ed in aumento, con delle incidenze osservate su tutti i continenti. Se non li gestiamo, i cambiamenti climatici accresceranno il rischio di conseguenze gravi, generalizzate ed irreversibili per l’essere umano e gli ecosistemi. Tuttavia, disponiamo di opzioni per adattarci a questi cambiamenti e delle attività rigorose di attenuazione possono limitare le conseguenze dell’evoluzione del clima ad un livello gestibile, nel quale è più percorribile un avvenire migliore".
E poi: "Le emissioni di gas serra ed altri fattori antropici sono stati la causa predominante del riscaldamento osservato dal XX secolo. Nel corso degli ultimi decenni, le incidenze dei cambiamenti climatici si sono fatte sentire sull’insieme dei continenti e degli oceani. Più le attività umane perturbano il clima, più i rischi sono elevati".
Ma quali sono gli effetti attuali e prospettici legati al climate change?
Di seguito un filmato illustrativo che illustra sinteticamente le logiche generali degli effetti del climate change:
Nel suo report l’Ipcc sostiene chiaramente il fatto che l’azzeramento delle emissioni serra si possa raggiungere senza arrecare problemi economici ai sistemi economici globali, contribuendo anzi al benessere dell’intera umanità, una logica peraltro espressa pubblicamente anche dal segretario generale dell’Onu (Ban Ki-moon) che ha detto: "L’azione contro il cambiamento climatico può contribuire alla prosperità economica, a un migliore stato di salute e a città più vivibili".
Lasciamo quindi spazio alle parole dei leader tecnici e politici a livello mondiale. Rajendra Pachauri (Presidente dell’Ipcc): "Il costo dell’inazione sarà terribilmente superiore al costo dell’azione" (…) "Abbiamo i mezzi per limitare i cambiamenti climatici. Esistono numerose soluzioni che permettono uno sviluppo economico e sociale continuo". (…) "Le limitazioni degli effetti dei cambiamenti climatici pongono dei problemi di equità e di giustizia ma rendono necessario dare il via ad uno sviluppo sostenibile ed all’eliminazione della povertà. Le numerose persone più vulnerabili ai cambiamenti climatici sono quelle che hanno contribuito e contribuiscono meno alle emissioni di gas serra. Non sarà possibile far fronte a questi cambiamenti se degli organismi particolari mettono davanti a tutto i loro interessi in maniera indipendente. Potremo lottare contro i cambiamenti climatici solo grazie a delle risposte cooperative e soprattutto ad una cooperazione internazionale".
Youba Sokona (Copresidente del Working Group III dell’Ipcc): "E’ possibile, sul piano tecnico, passare ad un’economia low-carbon. Ma quello che manca sono delle politiche e delle istituzioni appropriate. Più aspettiamo a prendere delle disposizioni, più l’adattamento ai cambiamenti climatici e la loro attenuazione ci costeranno cari".
John Kerry (Segretario di Stato USA): "Quelli che decidono di ignorare o di contestare i dati chiaramente esposti in questo rapporto, mettono in pericolo noi, i nostri figli e i nostri nipoti".
Le indicazioni sono chiare, ora serve agire facendo rete per informare, proporre e supportare azioni concrete: questa la mission che da sempre Rete Clima® si è data, e che oggi diventa ancora più importante ed urgente.
In questo senso cogliamo l’occasione di questo articolo per ringraziare pubblicamente e sentitamente il gruppo di lavoro composto dal:
CMCC – Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici
FEEM – Fondazione Eni Enrico Mattei
ICCG – International Center for Climate Governance
per il grande lavoro di divulgazione ambientale realizzato nell'ambito del progetto #clima2014, di cui al sito web www.clima2014.it, che si costituisce come una risorsa preziosa anche per le persone "non tecniche" che vogliano affrontare la tematica del riscaldamento climatico senza perdere la significatività dei dati e delle conclusioni della scienza del clima.
Lo Staff di Rete Clima®