Sir Nicholas Stern: il cambiamento climatico attuale è peggiore delle previsioni

Sir Nicholas Stern: il cambiamento climatico attuale è peggiore delle previsioni

In un'intervista rilasciata nel corso del World Economic Forum di Davos al Guardian, Sir Nicholas Stern (economista e autore del celeberrimo "Rapporto Stern" circa gli effetti del cambiamento climatico su commissione del Governo britannico, attuale Presidente del Grantham Research Institute on Climate Change and Environment) dichiara di avere sottostimato i rischi del riscaldamento globale, che oggi sembra essere incamminato verso un incremento oltre le più preoccupanti previsioni realizzate solo qualche anno fa.

Anche il suo rapporto si soli 6 anni fa (2006), indicava una probabilità del 75% che le temperature globali potessero crescere tra i 2 e i 3 gradi (al di sopra della media del periodo pre-industriale), ma ora lo stesso Sir Stern afferma con decisione nella sua intervista che: "Siamo sulla buona strada per una situazione di + 4 °C. Se avessi saputo il modo in cui la situazione si sarebbe evoluta, credo che sarei stato un po' più brusco. Sarei stato molto più forte sui rischi di un aumento di 4 o 5 gradi".

Ammettendo così che avrebbe dovuto usare una maggiore durezza nel denunciare la minaccia che l'attuale sistema economico sta determinando verso l'aumento delle temperature globali (il climate change).

Sir Nicholas Stern: "Guardando indietro, ho sottovalutato i rischi. Il pianeta e l'atmosfera sembrano assorbire meno carbonio di quanto ci aspettassimo, e le emissioni stanno aumentano in maniera abbastanza forte. Alcuni degli effetti stanno accadendo più velocemente di quanto pensassimo allora".

E poi: "Le due sfide che definiscono questo secolo sono il superamento della povertà e la gestione dei cambiamenti climatici. Se falliamo in una, non avremo successo nell'altra. I cambiamenti climatici non gestiti distruggeranno il rapporto tra l'uomo e il pianeta. Trasformerebbero dove abbiamo potuto vivere e come potremmo vivere la nostra vita. D'altra parte, se gestiremo in modo intelligente il cambiamento climatico, avvieremo una creativa e innovativa rivoluzione energetico-industriale. Sarà piena di creatività, innovazione, investimenti e opportunità di lavoro e dovrà coinvolgere tutti i Paesi e tutti i settori dell'economia. Si tratterà di fare le cose in maniera diversa su tutta la linea, anche attraverso la produzione della nostra energia in modo più efficiente e abbracciando nuove tecnologie. La politica pubblica è fondamentale per promuovere l'entusiasmante nuova rivoluzione industriale. La politica deve essere orientata verso la promozione di questa nuova rivoluzione industriale e il superamento di un certo numero di fallimenti chiave del mercato, tra i quali i gas serra, l'innovazione, le reti e mercati dei capitali. La transizione verso la low-carbon economy guiderà la storia della crescita nel corso dei prossimi decenni".

E risuonano altrettanto forti a Davos anche le parole di Jim Yong Kim, attuale Presidente della World Bank (che prima della Cop 18 di Doha ha rilasciato il report sui preoccupanti esiti climatici del climate change): "E' necessario intervenire per creare un carbon market, eliminare le sovvenzioni ai combustibili fossili e far diventare 'green' le 100 megalopoli, che sono responsabili dal 60 al 70% delle emissioni globali. La siccità del 2012 negli Stati Uniti, che ha spinto il prezzo del grano e del mais, ha portato i poveri del mondo a mangiare di meno".

Ancora Jim Yong Kim: "Le condizioni meteorologiche estreme devono essere attribuite al cambiamento climatico di origine antropica. La gente comincia a unire i puntini. Se iniziano a dimenticarlo, io sono lì a ricordarglielo. Dobbiamo trovare la strada climate-friendly per favorire la crescita economica. La buona notizia è che pensiamo che esista".


Lo Staff di Rete Clima®