Smembramento del Parco dello Stelvio: una follia tutta italiana
Come si può anche solo pensare di smembrare il più grande Parco Italiano?
Non solo è stato pensato, è stato anche fatto: alcuni organi di informazione dicono che lo smembramento del Parco su base regionale sia stato concordato in cambio del voto di scambio, legato all'astensione della Südtiroler Volkspartei nella recente fiducia chiesta dal governo Berlusconi.
Morale: il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo assetto amministrativo del Parco nazionale dello Stelvio, la cui gestione passa alle Province autonome di Bolzano e Trento e alla Regione Lombardia, mentre il Ministro Prestigiacomo si dimetteva in lacrime dal Pdl entrando nel gruppo misto della Camera.
Per Vittorio Cogliati Dezza (Presidente nazionale di Legambiente) quella sullo Stelvio è: “Una decisione incostituzionale. Uno schiaffo all'ambiente cancellare il più grande parco italiano. Ci appelleremo al presidente della Repubblica contro questo provvedimento che cancella il più grande dei nostri parchi nazionali e 75 anni di storia italiana.
Il frastagliamento della gestione del parco è un atto incostituzionale, che viola la competenza esclusiva dello Stato in materia d'ambiente. Senza eccezioni per le province autonome di Trento e Bolzano. Anche il consiglio regionale della Lombardia si è espresso, ieri, contro lo smembramento deciso dagli altoatesini, ma non si è voluto accogliere il suo parere, consentendo alle province autonome di Bolzano e Trento di far saltare un istituto nazionale di tutela. Questa è anche, purtroppo, una grande sconfitta per la protezione della natura in Europa e uno sfregio all'anno mondiale della biodiversità”.
Il Wwf sfida il governo ad essere coerente e conseguente con la decisione presa: "l Governo abbia il coraggio di togliere la dicitura Nazionale al parco dello Stelvio, visto che passato oggi al Cdm lo smembramento, non si può più parlare di ente controllato dal Ministero dell'Ambiente e in linea con gli obiettivi della legge quadro nazionale sulle aree protette.
Una operazione questa che si ammanta di un forte sostegno alle autonomie ma che costituisce un precedente pericolosissimo che potrebbe essere ripetuto in altre realtà sotto la spinta di interessi localistici e particolaristici non sempre coerenti con la finalità di tutela dell'ambiente di competenza statale, come stabilito dalla Costituzione".
Che tristezza.
Lo Staff di Rete Clima®