Enel lascia l’EPR francese (nucleare di terza generazione): è troppo caro!
E' ufficialmente conclusa la partnership tra Enel ed EDF sul progetto del reattore nucleare di terza generazione Epr (European Pressurized Reactor), in realizzazione presso l'interminabile cantiere di Flamanville e previsto in altri cinque siti francesi
La collaborazione strategica avviata nel 2007 arriva così al termine, con un rimborso di almeno 613 milioni di euro (più gli interessi) che dovranno finire nelle casse di Enel che ha esercitato il proprio diritto contrattuale di recesso.
Ma qual'è il motivo? Consultando il comunicato di Enel si legge che: "La realizzazione di Flamanville 3 ha subito ritardi e incrementi nei costi. Questa situazione è aggravata dalla significativa flessione nella domanda di energia elettrica e dall’incerta empistica per ulteriori investimenti nel nucleare in Francia. Inoltre il referendum del giugno 2011 in Italia, che ha impedito lo sviluppo dell’energia nucleare nel paese, ha ridotto la rilevanza strategica dell’intero accordo di collaborazione con Efd".
Per farla breve, il tanto decantato reattore di terza generazione Epr, definito da molti politici nostrani come un esempio in quanto a sicurezza, efficienza ed economicità, è invece un buco nero a livello sia tecnico che economico che in materia di sicurezza. Niente di nuovo, per carità, e anche dalle pagine di questo sito l'abbiamo più volte ribadito anche in occasione del referendum dell'anno scorso, ma davvero fa pensare la reale incoscienza con cui larga parte del mondo politico voleva farci intraprendere questa uteriore "grande opera" dai costi spropositati e che, perlomeno per il nucleare "tradizionale", comporta anche accertati rischi sanitari.
Si pensi solo che oggi per la centrale di Flamanville, a fronte di un ulteriore slittamento dell'entrata in funzione (oggi prevista per il 2016) si è assistito ad una crescita dei costi dai 3 miliardi di euro iniziali fino agli attuali 8,5 miliardi: si parla di circa 5.000 euro/kW, a fronte del "caro" fotovoltaico che ora viaggia sui 1.500 euro/kW. Il nucleare (Epr) è quindi più caro del fotovoltaico, anche senza considerare agli enormi costi di "messa in sicurezza" (si fa per dire) delle scorie nucleare, che sono costi normalmente non pianificabili ed ignoti a priori di un progetto nucleare (nonchè normalmente scaricati sulla collettività).
Per Ermete Realacci (Responsabile green economy del PD): "Il costo del reattore Epr in costruzione nella Francia nordoccidentale è quasi triplicato, passando da 3,3 a 8,5 miliardi: se oggi Enel fosse impegnata nella costruzione di nuove centrali nucleari nel Paese, correrebbe il rischio di essere una ‘bad company’. Mentre il risparmio e l’efficienza energetica, le fonti rinnovabili, l’innovazione e la ricerca continuano ad essere la via maestra che si deve percorrere per rendere il nostro Paese più competitivo".
Ma, nonostante tutto e nonostante anche i tecnici non apprezzino il nucleare, c'è ancora chi (come Zichici) vuole il nucleare in Italia, in Sicilia in particolare!
Lo Staff di Rete Clima®