Gli “Unburnable Fuels” la CO2 a 400 ppm e i climate talks di Bonn

Gli “Unburnable Fuels” la CO2 a 400 ppm e i climate talks di Bonn

Complice il raggiungimento della soglia (anche psicologica) dei 400 ppm di concentrazione della CO2 in atmosfera, in questo maggio 2013 si torna a parlare di "unburnable carbon": o meglio, così come riporta l'Economist in un articolo del 4 maggio, di “Unburnable Fuels”, cioè le riserve energetiche fossili ragionevolmente da non estrarre e consumare per non immettere altro "carbonio fossile" in atmosfera, ad aggravare il riscaldamento climatico.

Infatti, se le riserve di petrolio, di gas e carbone continueranno ad essere sfruttate al ritmo attuale, non vi sarà alcuna possibilità di limitare la concentrazione di CO2 eq al di sotto di 500 ppm.

E' interessante notare come nel medesimo articolo l’Economist bocci alcune "soluzioni tecnologiche" spesso date per assodate, come il sequestro geologico del carbonio (CCS) e la geoingegneria, arrivando alla "semplice" conclusione che serve dimezzare il tasso di estrazione di combustibile fossile.

Ricordiamoci di quanto ha ben detto Sir Nicholas Stern, cioè che se non correggiamo oggi con un più limitato investimento il sistema produttivo basato sui combustibili fossili , domani dovremo affrontare danni valutabili tra il 5 e il 20% del Pil mondiale.

Mentre l'UE stima che il costo del mancato adattamento al cambiamento climatico raggiungerebbe 131 miliardi di dollari l'anno entro il 2020 e 328 miliardi dollari l'anno entro il 2050 per l'intera Europa.

È necessario quindi un repentino cambio innanzitutto nel sistema di generazione elettrica con un passaggio globale verso le fonti rinnovabili e con forte promozione dell'efficienza energetica, in modo da ridurre velocemente la produzione di emissioni di gas climalteranti e riuscire perlomeno a stabilizzarne la concentrazione attuale in atmosfera.

Buoni propositi che si scontrano poi l'inazione climatica. Basti pensare che tra fine aprile ed inizio maggio a Bonn tra il disinteresse generale si sono tenuti i Climate change talks 2013 dell'UNFCCC (United Nations framework convention on climate change) destinati a stendere la bozza per un nuovo accordo sul clima entro il 2015 (con entrata in vigore dal 2020) e trovare nuove modalità per affrontare i cambiamenti climatici indotti dall'uomo.
Ottimismo da parte dei delegati ma perplessità all’esterno, soprattutto in relazione a come sviluppare un sistema che possa coinvolgere in maniera equa i paesi in via di sviluppo.

Durante la conferenza di Bonn, l'Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) ha ricordato come il 2012 sia stato il nono anno più caldo registrato.

Anche se c'è chi irragionevolmente sostiene il contrario, la temperatura media globale nel 2012 è infatti stata di 0,45 gradi Celsius superiore alla media 1961-1990 (14°C); lo Status of the Global Climate del Wmo conferma anche che il 2012 è stato il 27esimo anno consecutivo con una temperatura superiore alla media globale.

Non sono fantasie, sono dati misurati.


Lo Staff di Rete Clima®