Goodbye carbone! Buone notizie dalla Norvegia e dagli USA…..nonostante le lobby
Sono tante le azioni che stanno convergendo a livello globale per contrastare l'uso del carbone, anche nell'ambito della più grande Campagna globale "Fossil free" che mira ad una progressiva transizione verso energie più pulite.
E pare che la Norvegia, recentemente al centro della Campagna #DivestNorway, abbia effettivamente e concretamente seguito questa logica.
A seguito di una ratifica normativa che ragionevolmente avverrà il prossimo 5 giugno, il Government Pension Fund Global (GPF) a partire dal 2016 sarà infatti destinato ad abbandonare gli investimenti verso le Aziende impegnate nel carbone (quali le Imprese che generano oltre il 30 per cento della loro produzione o dei ricavi da attività in miniere di carbone o in centrali elettriche a carbone).
(immagine dal sito 350dotorg/divestnorway)
Si prevede una vera e propria scossa sui mercati, specie considerando che il Fondo è uno tra i primi 10 investitori globali del settore, con una quota attualmente investita di circa 5,5 miliardi di euro in Aziende complessivamente responsabili di quasi il 25% della produzione globale di carbone.
Ma perchè disinvestire dal carbone?
Le parole di WWF "Tra tutte le fonti fossili il carbone è la fonte più sporca e più inquinante, responsabile di 800.000 morti premature a livello globale e rappresenta la principale fonte di emissioni di gas serra: nel 2012, quasi il 44% della CO2 è stata originata proprio dalla combustione del carbone".
Buone notizie anche dagli USA, dove il prossimo Clean Power Plan federale dovrebbe portare alla chiusura di un parco termoelettrico a carbone di circa 90 GW, un valore notevole e che comunque raddoppia le dismissioni che sarebbero comunque avvenute da qui al 2040 anche senza questo intervento: in questo modo entro il 2030 le emissioni di gas serra del settore elettrico saranno inferiori di oltre il 30% rispetto ai livelli del 2005 (con un risparmio stimato compreso tra i 484 ed i 625 milioni di tonnellate di CO2).
Non male per uno Stato il cui Presidente Obama ha più volte (ed anche recentemente) parlato di cambiamento climatico come un problema di enorme portata, che avrà effetti anche sulla sicurezza nazionale.
In questo quadro generale le lobby non stanno certo ferme, ed in Europa abbiamo chiari esempi di questo impegno.
Un esempio esempio emerge sicuramente da una denuncia di Greenpeace secondo cui oltre la metà dei 352 esperti costituenti il gruppo di lavoro tecnico coinvolto nella definizione delle normative europee per il controllo dell’inquinamento atmosferico era collegato ad aziende del mondo fossile o da lobby del settore.
Se da un lato è logico ed inevitabile che alcuni esperti emergano proprio da settori energetici "tradizionali", tuttavia è curioso constatare il fatto che rispetto ai contenuti della proposta di Direttiva (datata giugno 2013) la Commissione Europea sembra attualmente essere intenzionata ad operare una riduzione dei tagli alle emissioni di alcuni composti: senza questa presenza ci sarebbe stata questa riduzione?
In questa logica è interessante notare la raccomandazione ad un equilibrato rapporto con le lobby inviata lo scorso 20 maggio dal leader della Direzione Generale Ambiente della Comissione Europea (Karl Falkenberg) ai 28 governi europei , come ben spiega il Guardian.
E non bisogna dimenticare la COP 21 del prossimo Dicembre a Parigi: se il 20% della quota dei 187 milioni di euro complessivamente necessari per il finanziamento della COP 21 è aperto al finanziamento dei privati, nell'elenco sono presenti anche Aziende del mondo delle fonti fossili.
Se, da un lato, questa operazione può apparire come un controproducente greenwashing per le "aziende fossili" coinvolte (e si parla di nomi importanti), dall'altra è legittimo temere che ci possano essere pressioni proprio da parte di queste Aziende al fine di annacquare impegni climatici a loro sgradevoli.
Vedremo, l'attenzione è alta anche perchè non c'è più tempo per indugiare di fronte al problema climatico.
Dice Mariagrazia Midulla (Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia): "La situazione climatica è drammatica, occorre agire con urgenza e investire nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica, non nei combustibili del passato".
Lo Staff di Rete Clima®