Il ministro Clini difende le fonti rinnovabili: in bolletta elettrica gli incentivi alle rinnovabili pesano meno di altre voci
In mezzo al grande clamore di questi giorni intorno agli incentivi alle fonti energetiche rinnovabili, che sono presentati come il "peso" nella bolletta elettrica degli italiani, il Ministro dell'Ambiente Clini ha parlato molto chiaro.
In una intervista radiofonica a Caterpillar Am di Rai Radio2, Clini ha detto testualmente: "Facciamo bene i conti su cosa paghiamo nella bolletta elettrica", proseguendo poi: "Se cominciamo a 'pulire' la bolletta da voci come il costo del nucleare abbandonato 25 anni fa, forse ci accorgeremmo che le voci sono un po' diverse da quelle che sono state presentate".
In questa presa di posizione tanto chiara e tanto ragionevole, il Ministro ha poi proseguito dicendo che in bolletta "c'è una componente delle rinnovabili, però dobbiamo legare il prezzo dell'elettricità alla effettiva elettricità immessa in rete" (...) "Certamente c'è un incentivo importante alle fonti rinnovabili, ma nello stesso tempo gli italiani nella bolletta elettrica pagano lo sconto che viene fatto alle grandi imprese che consumano molta energia, le 'energivore', acciaierie, fabbriche di alluminio, la grande chimica eccetera e poi paghiamo i contributi dati con il cosiddetto Cip6, un meccanismo incentivante degli anni 90". Una forma contributiva che ha drenato la massima parte delle risorse originariamente pensate per le rinnovabili verso altre fonti tradizionali, le cosiddette "fonti assimilate" (a rinnovabili) tra cui compaiono persino, paradosso dei paradossi, la termovalorizzazione dei rifiuti e la combustione degli scarti della raffinazione del petrolio.
Finalmente una voce autorevole che parla chiaro.
Lo Staff di Rete Clima®