Immagazzinamento dell’energia eolica in eccesso in idrogeno (H)

Uno dei problemi legati alle fonti energetiche rinnovabili “a flusso” (sole, vento,…etc.) è la disponibilità intermittente di energia che possono fornire: in questa logica si sostiene che –per sostenere i bisogni produttivi o anche semplicemente i consumi domestici- sono necessari dei sistemi di backup, normalmente alimentati a fonti fossili.

E il cerchio torna a chiudersi sul petrolio, la fonte energetica “accumulata” per definizione, limitata ed inquinante ma estremamente versatile negli utilizzi.

Se la logica della “disponibilità energetica a richiesta” -tipica del sistema socio economico moderno ed ormai standard per tutti- privilegia necessariamente le fonti (o vettori) accumulate (utilizzabili a richiesta per la produzione dei vettori energetici di cui necessitiamo, energia elettrica in primis), l’energia elettrica non è sostanzialmente accumulabile (salvo limitati quantitativi): è quindi necessaria una sua produzione contestuale all’utilizzo e proporzionale rispetto all’intensità della domanda……sennò ogni surplus rischia di essere sprecato.

Ma le tecnologie che si basano su fonti rinnovabili non possono –appunto- garantire una produzione continua nel tempo e comunque non necessariamente bilanciata rispetto all'evoluzione giornaliera della domanda.

Molte sono le strategie in corso di sperimentazione per cercare delle soluzioni per accumulare la corrente elettrica, e una di queste è la produzione di idrogeno nei momenti di surplus produttivo elettrico da impianti a fonti rinnovabili (e convenzionali).

E pur con tutti i “limiti” energetici legati al successivo stoccaggio sicuro del vettore idrogeno, questa è forse l’unica logica per cui è sensato produrlo!!: evitare uno spreco di energia elettrica rinnovabile!

Nel centro ricerche di Methil, in Scozia (parte dell’Energy Park, un centro di ricerca per l’innovazione nel settore delle energie rinnovabili) il surplus di energia elettrica prodotta da una turbina eolica di recente installazione viene utilizzato per la produzione di idrogeno, da utilizzarsi successivamente (mediante fuel cell, a dare cogenerazione di energia elettrica e calore) nei momenti in cui il vento è scarso e/o la domanda elettrica è superiore alla produzione eolica.

Di fatto l’idrogeno viene utilizzato come vero e proprio vettore di accumulo ed immagazzinamento dell’energia eolica istantaneamente in eccesso rispetto ai fabbisogni energetici della struttura.

Entrata in funzione a settembre 2010, la turbina ha prodotto oltre 350.000kWh ma soprattutto ha “mostrato” la fattibilità di questa produzione combinata (energia elettrica + idrogeno).

Si stima che questa nuova tecnica possa avere un potenziale enorme per lo sfruttamento dell’energia eolica in Scozia, Paese che, negli ultimi anni, ha investito molto in questa fonte energetica rinnovabile.

Speriamo non solo in Scozia.

 

Lo Staff di Rete Clima®