Le buone pratiche della filiera agroalimentare italiana: intervista a Wanda Hager – Loacker
Il Salone CSR - Sostenibilità e Innovazione Sociale è il principale evento nazionale legato ai temi della responsabilità d’impresa e allo sviluppo sostenibile.
Nell’ambito di questa edizione 2022 si è tenuto un tavolo dal titolo "Focus sulla filiera del settore agroalimentare", svolto il 5 ottobre alla presenza di numerose e importanti aziende del settore dell’agrifood e con il coordinamento di Paolo Viganò, fondatore e CSR manager di Rete Clima.
In questa occasione abbiamo avuto il piacere di dialogare con Wanda Hager, Board Member and Managing Director Agriculture & Procurement del gruppo Loacker, a cui abbiamo posto una serie di domande ricevendo risposte sinceramente molto interessanti.
Eccole a voi.
Wanda, in cosa consiste la strategia di sviluppo sostenibile di Loacker?
L’Azienda ha scelto di adottare un approccio “più che buono”, ovvero: un approccio di qualità che garantisce gusto e “valore” ai propri prodotti attraverso la scelta di ingredienti provenienti da filiere totalmente tracciabili, come ad esempio il latte 100% alpino e le nocciole esclusivamente di origine italiana.
Al tempo stesso, ci impegniamo ad assicurare che i nostri i coltivatori locali operino in condizioni di sostenibilità sociale, ecologica ed economica, “perché la bontà è una scelta in tutto quello che facciamo”.
In che modo Loacker assicura la sostenibilità lungo le filiere di approvvigionamento?
Attraverso la sottoscrizione di contratti di lungo periodo, solitamente per periodi di 15 anni che a volte arrivano fino a 25 anni, l’Azienda si impegna a ritirare tutte le quantità prodotte dai nostri coltivatori a un prezzo minimo garantito a cui applichiamo un premium price per produzioni di particolare qualità. In questo modo vogliamo assicurare continuità commerciale agli agricoltori e incoraggiare gli investimenti in campo agricolo e produttivo.
Lo spirito di collaborazione non va inteso solo dal punto di vista commerciale, offriamo infatti servizi di supporto e consulenza in conformità con il protocollo agronomico di Loacker che comprende tra le varie attività: il monitoraggio delle colture, indicazioni utili sulla riduzione dei diserbanti e l’utilizzo di sistemi per evitare la dispersione idrica.
Ci fa un esempio concreto di sostenibilità da Loacker?
Nei Paesi di origine del cacao e della vaniglia, più precisamente in Costa d’Avorio, Ecuador e Madagascar, sono stati attivati progetti sociali come l’organizzazione di corsi di formazione per sensibilizzare le comunità contro il problema della deforestazione o altri progetti volti a sostenere le comunità rurali con azioni concrete, come la costruzione di scuole o la fornitura di fornelli alimentati a energia solare per migliorare le condizioni di vita delle famiglie rurali e per ridurre il prelievo di biomassa dalle foreste.
In Italia invece?
Sicuramente l’esperienza con le nocciole è la più significativa. Nella scelta tra “make or buy”, nel 2003 abbiamo deciso di “metterci la faccia” e intraprendere la creazione del nostro primo noccioleto su un terreno di proprietà dell’azienda in Toscana. Da quel momento sono seguiti molti altri investimenti che ci vedono oggi attivi in 4 diverse regioni d’Italia con oltre 1.200 ettari in coltivazione.
Oltre alla nostra produzione, seguendo una politica di verticalizzazione della catena del valore, abbiamo sviluppato una vasta rete di collaborazione di lungo periodo con agricoltori esterni. In particolar modo, essendo le nocciole una coltura che richiede 8 anni prima di raggiungere la piena produzione, siamo fieri di contribuire, grazie anche al sostegno di alcune importanti banche italiane, a nuovi investimenti nel settore delle nocciole da parte di giovani imprenditori che desiderano riavvicinarsi alle campagne.
Cosa la rende particolarmente fiera?
In un mondo che si è finalmente accorto che la crescita illimitata è solo un’utopia e che la sostenibilità ambientale è strettamente legata all'equità sociale, sono felice che Loacker abbia scelto la strada “del fare” e non quello dell’apparire, convinti che questa sia la strada giusta per assicurare uno sviluppo sostenibile.
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Davvero molte grazie Wanda.
Buon lavoro sostenibile! :-)
Staff di Rete Clima