L’uragano Sandy: il riscaldamento climatico, i danni economici, la percezione dei rischi climatici
La cordata dei negazionisti del climate change composta dalle Big Oil e dalle King Carbon, che negli USA ha recentemente e generosamente finanziato la campagna elettorale del candidato conservatore alla presidenza Mitt Romney, non poteva prevedere di dover fare i conti con un fenomeno altamente distruttivo come l'uragano Sandy.
Il quale, come mostra questa animazione della NASA, ha trovato nel surriscaldato oceano Atlantico una grande fonte di energia e di acqua, che poi ha scaricato con violenza sul continente provocando enormi danni materiali e perdita di vite umane. Annullando di colpo la forza di ogni considerazione negazionista circa il climate change ed i suoi effetti.
Tanto che il Sindaco di New York Michael Bloomberg, che pure nel 2003 avevano appoggiato con i suoi mezzi di comunicazione l'allora campagna di Romney (con cui era diventato governatore del Massachusets), ha annunciato di voler votare Obama e le sue politiche: la lotta di Obama al climate change è uno dei motivi.
Si conti che l'uragano Sandy, un evento meteorologico estremo generato dal riscaldamento climatico (già ribattezzato da Greenpeace Usa come un "Unnatural disaster" e ben definito dallo stesso Bloomberg come "la tempesta del secolo"), ha tratto la sue forza distruttiva dall'anomalia termica delle acque al largo delle coste del medio Atlantico, dove lo scorso settembre la temperatura dell'acqua era di 1,3°C superiore alla media storica.
Si tratta di un valore record, quasi senza precedenti storici (da quando esistono queste misurazioni questo record è stato superato solo in un altro caso): l’anomalia termica si è poi prolungata fino ad Ottobre, consentendo all'uragano Sandy di alimentarsi dall’Oceano Atlantico di molta più energia ed acqua rispetto alle normali dinamiche degli uragani autunnali.
Questo evento drammatico, che ha messo molte aree degli USA in ginocchio (tra cui primariamente il New Jersey e la città di New York), ha evidenziato ancora una volta la vulnerabilità delle aree urbane di fronte all'intensificarsi dei fenomeni meteorologici (in diretta relazione con il climate change): le immagini delle scorse ore di New York mostrano una città sommersa dall'acqua, con infrastrutture interrotte, con aree enormemente danneggiate o rase al suolo.
Riportiamo le parole del Governatore di New Yok, Andrew Cuomo (probabilmente dirette ai repubblicani ed al loro candidato Romney che ha mostrato scarsissima attenzione al climate change): "Le inondazioni nel centro di Manhattan sono state davvero straordinarie e diverso da qualsiasi cosa che avevo visto" (...) "C'è stata una serie di episodi meteorologici estremi. Questa non è una dichiarazione politica. Questa è una constatazione di fatto. Chi dice che non c'è un drastico cambiamento dei modelli climatici secondo me nega la realtà".
Per meglio definire il quadro complessivo prendiamo in prestito le parole di Naomi Klein, dal suo libro "Shock Economy – L’ascesa del capitalismo dei disastri", 2007: Date le temperature bollenti, sia climatiche sia politiche, i futuri disastri non avranno bisogno di cospirazioni segrete. Tutto lascia pensare che, se le cose restano come sono ora, i disastri continueranno a presentarsi con intensità sempre più feroce. La generazione dei disastri, dunque, può essere lasciata alla mano invisibile del mercato. Questa è un’area in cui il mercato funziona davvero."
Un mercato che sa fare i conti anche sul costo di ripristino delle strutture ed infrastrutture antropiche danneggiate dai fenomeni collegati al cambiamento climatico: Munich Re, colosso assicurativo che annualmente pubblica il crescente valore dei danni degli eventi metoclimatici globali, non più tardi di 20 giorni fa aveva pubblicato un report in cui evidenziava che proprio il Nordamerica è particolarmente esposto all'incremento dei fenomeni meteo e dei danni ad essi connessi.
Ma l'informazione è sempre la chiave di tutto, e quindi capita che per gli Americani i cambiamenti climatici odierni rappresentino una novità. Come mai? La più volte citata disinformazione climatica ha spesso raggiunto il suo obiettivo di confusione delle menti, grazie a finanziamenti o a pressioni economiche sui mass media come anche riportato dal sito di Speziapolis: "Secondo un appello pubblicato il 21 Ottobre scorso sul sito climateark.org il progressivo indebitamento della CNN con gli inserzionisti dei combustibili fossili sarebbe alla base dell’atteggiamento riduzionista del Gruppo, nella scelta e nella pubblicazione delle notizie a proposito dei cambiamenti climatici. Secondo l’appello, nella copertura di “Frankenstorm Sandy” la CNN avrebbe continuato a ignorare l'abbondanza di prove scientifiche circa la relazione di questi disastri con i cambiamenti climatici.
Sarebbe dunque il finanziamento della CNN da parte delle Big Coal e determinare una “copertura parziale” delle notizie riguardanti il clima e altre questioni di carattere ecologico, “incoraggiando il silenzio dei candidati alle presidenziali degli Stati Uniti sui cambiamenti climatici”. La CNN, prosegue la nota, “deve far sapere come intende cambiare il proprio modello di business per potersi liberare della propaganda e far fronte alla grande quantità d’informazioni quotidiane che riguardano la dipendenza americana dai combustibili fossili: le sabbie di catrame del Nord America, l’'ecocidio' del carbone e del fracking; le emergenze ecologiche globali. La CNN deve raccontare la verità su Sandy e sulla sua origine, da ricondurre ai cambiamenti climatici improvvisi”.
Concludiamo con le parole di Greenpeace USA: "Il 2012 è stato ricco di condizioni meteorologiche estreme, e le conseguenze di questi eventi sono state devastanti non solo per gli individui, ma anche per il funzionamento del nostro Paese". (...) "Il nostro Paese non può permettersi un maggiore impatto del cambiamento climatico. Il consenso globale scientifica chiarisce che è la combustione di combustibili fossili a condurre il cambiamento climatico e le sue conseguenze. Spetta ai nostri leader del governo e del business per proteggerci da questa crescente minaccia. Il presidente Obama e Mitt Romney deve articolare la portata del problema del global warming all'opinione pubblica americana ed offrire veri piani, non solo per migliorare la preparazione degli Stati Uniti per condizioni climatiche estreme causate dal cambiamento climatico, ma anche per ridurre drasticamente le emissioni di combustibili fossili che stanno portando gli effetti peggiori del cambiamento climatico catastrofico. I cittadini americani pagano per il cambiamento climatico quando devono ripulire i disastri dopo eventi meteorologici estremi come l'uragano Sandy. Il presidente Obama e il governatore Romney hanno indicato la volontà di affrontare le sovvenzioni dei contribuenti per le aziende dei combustibili fossili che stanno portando il cambiamento climatico. Entrambi i candidati dovrebbero impegnarsi a fare della fine di queste sovvenzioni una priorità nei primi giorni della loro amministrazione. E tutti noi potremmo prendere parte ad una rivoluzione energetica".
Lo Staff di Rete Clima®