Picco di petrolio: manuale per il buon governo rivolto a amministratori locali (“Post carbon cities”)
E’ on line la traduzione italiana di “Post carbon cities: planning for energy and climate uncertainty”, un manuale di buon governo destinato agli amministratori pubblici locali che intendono lavorare affinchè le comunità che governano non si trovino impreparate di fronte al picco del petrolio ed i suoi enormi effetti.
Si tratta del libro di Daniel Lerch, pubblicato per la prima volta nel 2007 negli Stati Uniti.
La traduzione è stata effettuata da volontari collegati a Transition Italia (il nodo italiano del Movimento di Transizione), ad Aspo Italia (l’Associazione che studia il picco del petrolio) e al Movimento per la Decrescita Felice (il Movimento culturale impegnato nel traghettare la società industrializzata modello sostenibile non dipendente dal petrolio).
Ma veniamo al contenuto del libro.
Di picco di petrolio (peak oil) ne abbiamo parlato in abbondanza (qui uno tra i nostri articoli più interessanti), ed è il punto in cui il petrolio (su cui si fonda l’intera nostra economia) non sarà più nè abbondante nè a buon mercato: le previsioni anche più ottimistiche prevedono che il nostro modo di vivere verrà scosso fin nelle sue fondamenta a livello di mobilità, produzione industriale, approvvigionamenti alimentari,...etc.
Interessante però il sottotitolo di “Post carbon cities” che recita: “Come affrontare l’incertezza energetica e climatica” evidenziando che le crisi in vista sono più di una, come cerchiamo di comunicare attraverso questo sito.
Di crisi noi di Rete Clima® ne vediamo 3, a livello climatico, energetico ed economico, ma anche le due evidenziate nella guida sono un ottimo punto di partenza per quella che vuole essere “una guida al picco del petrolio ed al riscaldamento globale per gli amministratori locali”.
Il succo di questo manuale del buon governo è nelle primissime righe: la strategia migliore per minimizzare i contraccolpi del picco è “ridurre il consumo complessivo di risorse da parte della comunità e provvedere a quelli che sono i suoi bisogni essenziali sviluppando la capacità degli agricoltori e dei produttori della propria zona”.
Il libro prosegue: “Tanto più la vostra comunità sarà in grado di soddisfare localmente il proprio fabbisogno energetico , di cibo e altri beni primari, tanto meno sarà vulnerabile nei confronti del prezzo dell’energia (sempre più variabile e crescente) e contemporaneamente contribuirà in forma proporzionalmente minore al cambiamento climatico”.
Questi principi vanno applicati a 360 gradi e innanzitutto nell’urbanistica delle grandi città (in previsione del fatto che spostarsi diventerà estremamente costoso), nei trasporti pubblici e nell’edilizia, che deve essere improntata al risparmio di energia e all’autosufficienza energetica.
Le rivoluzioni hanno sempre portato a grandi novità: quelle che ci aspettano -però- possono essere addiritura enormi.
Lo Staff di Rete Clima®