Nucleare: difficoltà in Francia e negli Stati Uniti
Alla fine di luglio l’Eliseo ha reso pubblico un rapporto (qui la sintesi del report) che mette fortemente in dubbio l’affidabilità del reattore nucleare di terza generazione (EPR).
L’autore, Francois Roussely già presidente dell’Edf (Electricitè de France) dichiara che "la credibilità del modello EPR e della capacità dell’industria nucleare francese di riuscire a realizzare nuove centrali sono state seriamente incrinate dalle difficoltà incontrate nei cantieri di Olkiluoto in Finlandia e di Flamanville in Francia".
Roussely suggerisce di esaminare criticamente queste esperienze prima di iniziare nuovi cantieri e si propone di ampliare l’offerta nucleare con altre soluzioni di taglia inferiore.
La critica di Roussely prosegue analizzando l’intero comparto nucleare francese, che negli ultimi anni ha visto una costante riduzione del coefficiente di utilizzo delle centrali.
Negli USA, intanto, la lobby atomica preme per convincere i politici ad approvare nuove azioni di sostegno del settore.
Solo nel 2007 14 società americane hanno speso ben 48 milioni di dollari per creare un contesto favorevole al nucleare (attraverso la definizione di fondi di garanzia e altri incentivi) mentre negli ultimi 15 anni, è stato calcolato che la lobby nucleare USA abbia utilizzato ben 953 milioni di dollari per preparare il ritorno dell’atomo (e cercare di far dimenticare quello che negli anni Ottanta è stato definito il più grave disastro industriale della storia americana).
Tutto questo mentre in Italia si dice di voler ritornare a battere la strada nucleare.
Lo Staff di Rete Clima®