Freddo in Maggio? La responsabilità è del riscaldamento climatico!

Freddo in Maggio? La responsabilità è del riscaldamento climatico!

Il freddo anomalo di questi ultimi periodi ha scatenato la fantasia di alcuni soggetti che pretendono di utilizzare l'anomalia termica in atto per dimostrare che il riscaldamento climatico non esiste.

Una simile affermazione, peraltro comparsa su alcuni quotidiani nazionali ormai avvezzi a simili "acrobazie climatologiche", mostra una duplice serie di problemi legati a:

1) confusione tra tempo meteorologico e clima;

2) distorsione percettiva, con generalizzazione ed estensione della situazione meteorologica locale alle dinamiche climatiche globali.

Rispetto al primo punto, la confusione tra "meteo" e "clima", conviene tornare a ribadire che quando si parla di "clima" si fa riferimento all'andamento di fenomeni atmosferici complessi che avvengono su lunghi periodi di tempo e su una scala geografica globale, che coinvolgono non solo l’atmosfera ma anche gli oceani e le terre emerse.

Parlando di "tempo meteorologico" si fa invece riferimento a fenomeni atmosferici che accadono su brevi periodi di tempo (ore o giorni) e su scala geografica locale come, ad esempio, la variazione delle temperature e/o delle precipitazioni in una precisa regione.

Arriviamo allora alla distorsione percettiva, il secondo problema sopra introdotto. Si deve considerare che spesso le persone spesso tendono a confondere e generalizzare l'andamento dei fenomeni atmosferici che accadono nel breve periodo e nei luoghi di residenza con le dinamiche in atto su più ampi periodi temporali e su una scala territoriale globale: il clima, appunto.

Se qualcuno in Italia peraltro si chiedesse "dov'è finito il riscaldamento climatico di Maggio" può osservare l'immagine a seguito, estratta dal sito Climatereanalyzer che mostra la situazione termica globale di questi giorni con anomalie termiche positive presenti in larghe parti del Mondo:

Nell'ambito peraltro di una situazione planetaria che nei primi mesi del 2019 ha mostrato un incremento della temperatura media globale, sicuramente collegata al continuo incremento delle emissioni di gas serra in atmosfera.

Ma quindi, qual'è la causa del freddo anomalo di questi giorni?

Come è ormai scientificamente noto da molti anni, la regione artica tende a scaldarsi in maniera superiore rispetto al resto dell'emisfero nord, determinando una serie di conseguenti modifiche alla circolazione atmosferica che sono responsabili (anche) del freddo anomalo di questi giorni in Italia.

Il responsabile primo di queste anomalie è il cosiddetto "vortice polare", un'area di bassa pressione presente sopra i poli, generata dalla forte differenza di temperatura tra le regioni polari e l’Equatore e che contiene l'aria fredda polare dentro la regione artica.

Se in condizioni normali questo vortice è stabile, l'aumento della temperaura artica diminuisce la differenza di temperatura esistente tra equatore e polo indebolendo il vortice stesso e facendolo frammentare in più parti: le zone di alta pressione normalmente presenti alle medie latitudini migrano così verso nord, facendo spostare la fredda e secca aria artica verso sud. Nel momento in cui quest’aria artica entra in contatto con l’aria calda e umida delle medie latitudini si verificano i fenomeni di questi giorni: le temperature scendono drasticamente e si verificano forti precipitazioni, magari anche nevose

Questo fenomeno è peraltro molto complesso e "retroazionato", dal momento che il riscaldamento artico porta ad un importante scioglimento di ghiacci e nevi, il cui effetto è quello di far aumentare ulteriormente la temperatura in ragione della mancata riflessione della radiazione termica solare da parte di nevi e ghiacci ormai sciolti.

Uno studio pubblicato di qualche anno fa su Nature Climate Change ha evidenziato che, proprio a causa di questa riduzione dei ghiacci artici, il vortice polare presente nell’emisfero Nord non solo si è indebolito, ma ha anche cambiato posizione allontanandosi dal Nord America in direzione dell'Europa: questo spostamento potrebbe aver contribuito a portare condizioni di clima freddo invernale in Europa in questi periodi di inizio primavera, con discese di aria artica più frequenti rispetto agli anni passati.

In questa dinamiche complesse giocano un loro ruolo anche le "correnti a getto" (jet-stream), che in condizioni normali contribuiscono alla compartimentazione della fredda aria artica in quelle regioni: se il Polo Nord si riscalda, il gradiente (differenza) termico tra polo ed equatore diminuisce e le correnti aumentano il loro andamento (sinusoidale) e facendo così diminuire la loro intensità e rendendole "permeabili" ai flussi di aria artica in direzione nord-sud.



In questo modo il loro indebolimento contribuisce ad un minor contenimento delle porzioni di aria fredda artica, che trova meno ostacoli alla sua penetrazione verso Europa, Asia e Nord America.

Ma dentro queste dinamiche climatiche, che abbiamo visto essere ampie e complesse, ecco ritornare puntuali ogni anno i personaggi che pretendono di illuminare le menti della gente con le loro equazioni a tal punto semplicistiche per cui "se fa freddo vuol dire che il cambiamento climatico non esiste".

Prendendosela peraltro anche con una ragazzina, Greta Thunberg, che ha avuto il merito di risvegliare l'attenzione del Mondo verso il cambiamento climatico, il più grande rischio ambientale dell'era moderna.

PV per Rete Clima