Picco di petrolio: per l’esercito tedesco il peak oil metterà fine al liberismo economico e cambierà gli equilibri mondiali -2
Parlavamo già qui dello studio di un think tank militare tedesco che analizza gli effetti del picco di petrolio sugli equilibri geopolitici ed economici a livello globale, rivelando la preoccupazione con cui il governo tedesco prende in considerazione una potenziale crisi energetica globale.
Lo studio, in origine segreto ma rivelato al grande pubblico dal settimanale Der Spiegel, è autentico: l’autenticità è stata confermata a Spiegel online da ambienti governativi anche se il Ministero della difesa tedesco ha rifiutato di commentare lo studio medesimo.
Secondo il settimanale tedesco: “Lo studio è un prodotto del dipartimento Future Analysis del Zentrum für Transformation der Bundeswehr (ZTransfBw), un think tank con il compito di fissare la linea per i militari tedeschi. Il team di autori, o guidato dal tenente colonnello Thomas Will, usa un linguaggio a volte drammatico per rappresentare le conseguenze di un irreversibile esaurimento delle materie prime. Mette in guardia sugli spostamenti dell'equilibrio globale del potere, sulla formazione di nuovi rapporti sulla base dell'interdipendenza, su un calo importante delle nazioni industriali dell'Occidente, sul "collasso totale dei mercati" e su gravi crisi politiche ed economiche”.
Per il ZTransfBw la crisi degli approvvigionamenti potrebbe far saltare la liberalizzazione del mercato dell'energia: “Nel lungo periodo, il mercato petrolifero mondiale sarà in grado di seguire le leggi del libero mercato in un modo limitato. Gli accordi bilaterali di fornitura condizionata e le partnership privilegiate, come quelli osservate prima della crisi petrolifera degli anni ‘70, saranno ancora una volta alla ribalta”.
Un incubo per il liberismo economico, un crollo dell'economia di mercato e il rilancio dell'economia pianificata.
Dal report: “Poiché il trasporto di merci dipende dal petrolio greggio, il commercio internazionale potrebbero essere oggetto di aumenti fiscali colossali. Possono sorgere carenze per la fornitura di beni vitali, ad esempio come risultato delle forniture alimentari. Il petrolio è utilizzato, direttamente o indirettamente, nella produzione del 95% di tutti i beni industriali, impennate dei prezzi, potrebbero quindi aversi in quasi ogni settore e in tutte le fasi della catena di approvvigionamento industriale. Nel medio periodo, il sistema economico globale ed ogni economia nazionale orientata al mercato collasserebbero”.
Il ZTransfBw parla di: “Totale o parziale fallimento dei mercati” che potrebbe portare ad “Una alternativa ipotizzabile che sarebbe il razionamento governativo e all'allocazione dei beni più importanti o alla definizione di programmi di produzione e di altre misure coercitive a breve termine per sostituire in tempi di crisi i meccanismi basati sul mercato”.
Le reazioni sarebbero a catena: “Prima della comparsa del picco del petrolio, non sarà nemmeno possibile in tutte le regioni una ristrutturazione delle forniture di petrolio. E' probabile che un gran numerr di Stati non saranno in grado di realizzare in tempo gli investimenti necessari, o con l'intensità sufficiente. Se ci fossero incidenti economici in alcune regioni del mondo, la Germania potrebbe essere interessata. La Germania non si sottrarrebbe alla crisi di altri Paesi, perché è così strettamente integrata nell'economia globale”.
Lo studio mette in dubbio la stessa sopravvivenza della democrazia: “Settori della popolazione potrebbero percepire lo sconvolgimento provocato dal picco del petrolio come una crisi sistemica generale. Questo creerebbe lo spazio per ideologie estremiste e alternative alle attuali forme di governo: la frammentazione della popolazione colpita è probabile e potrebbe in casi estremi, portare ad un aperto conflitto”.
Secondo lo studio, la Germania e l'Ue dovranno essere molto accomodanti in politica estera con la Russia ed i Paesi dell’OPEC: in questa logica, Israele perderebbe molto dell'attuale sostegno da quell’Occidente che potrà rischiare le simpatie dei Paesi arabi produttori di petrolio.
Ma il rapporto avverte che per i consumatori esiste ancora: “Una finestra di opportunità che può essere utilizzata per implementare politiche, obiettivi economici o ideologici. Dato che questa finestra temporale sarà aperta unicamente per un periodo limitato, questo potrebbe comportare un affermazione più aggressiva degli interessi nazionali da parte delle nazioni produttrici di petrolio”.
Quale che sia l'anno del picco di petrolio le democrazie mondiali dovrebbero prepararsi per tempo ad un'uscita dalla dipendenza dal petrolio, per evitare la fine di questo moderno sistema di sviluppo.
E l’Italia? Avanti con allegria ed incoscienza. Se negli altri Stati si fanno studi, da noi semplicemente si ignora il problema, con una efficacissima politica dello struzzo.
Lo Staff di Rete Clima®