Bosco del Turbigaccio – Parco del Ticino (PV): gestione forestale e servizi ecosistemici

Bosco del Turbigaccio – Parco del Ticino (PV): gestione forestale e servizi ecosistemici

Il bosco del Turbigaccio, che prende il nome dal canale che lo lambisce, è un ecosistema forestale fra i più interessanti della valle del Ticino.

Esso si estende su una superficie di oltre 300 ettari, senza soluzione di continuità, in un alternarsi di foreste, praterie, lanche, canali, rami e spiagge fluviali, lungo il corso principale del Ticino.

Questa struttura ecosistemica molto variegata rende il Turbigaccio un sito con biodiversità molto rilevante, una situazione molto rara soprattutto nei contesti di pianura ed in particolare in contesti così artificializzati e antropizzati come l’alta pianura lombarda.

In virtù di tutto ciò il Bosco del Turbigaccio rimane un sistema ecologico forestale che eroga in modo tipicamente polifunzionale tutti i tipi di servizi ecosistemici:
di regolazione dei processi ecologici (sequestro di carbonio, mitigazione del clima, filtrazione delle acque, ecc.)
di produzione di prodotti materiali (legna, funghi)
culturali e ricreativi, mediante l’offerta di ambienti mirabili e godibili, di opportunità didattico-ricreative.

All'interno del Turbigaccio sono anche presenti due siti di importanza comunitaria, presenti all'interno della Rete Natura 2000: Il SIC (Sito d'Importanza Comunitaria) Turbigaccio, boschi di Castelletto e lanca di Bernate e la ZPS (Zona di Protezione Speciale) Boschi del Ticino.

Ciononostante dal punto divista strettamente forestale esso presenta, accanto a parti di grande valore come il querco-carpineto fluviale, fattori di criticità forti come la grande diffusione di ciliegio tardivo che mette a rischio la sopravvivenza del bosco autoctono.

Il ciliegio tardivo (Prunus serotina) è una pianta originaria dell'America settentrionale e centrale, introdotto in Europa nel 1600 e poi utilizzato come pianta forestale. È sfuggito al controllo dell'uomo a causa della sua crescita rapida e della sua tecnica di riproduzione: questa pianta produce molti semi fertili che vengono facilmente dispersi dagli uccelli e dai mammiferi che si nutrono dei frutti.

È una pianta molto competitiva e colonizza i margini e l’interno dei boschi, i prati, gli incolti. Alla prima interruzione o riduzione nella copertura vegetale - dovuta a tagli, schianti, incendi - prende il sopravvento sulle specie native impoverendo così la biodiversità e riuscendo a sviluppare fitti boschetti puri (anche grazie al fatto che le radici rilasciano nel suolo sostanze in grado di inibire la germinazione e lo sviluppo di altre specie arboree e erbacee).

In collaborazione con lo Studio Agroforestale Terra Viva, Rete Clima ha avviato un progetto di gestione forestale e ripristino ambientale dell'area, finalizzato a migliorare la qualità e la quantità dei boschi presenti all'interno di quest'oasi di naturalità: tale progetto è aperto al finanziamento dei servizi ecosistemici dell'area e ad un supporto alle attività forestali locali:

Dal punto di vista forestale e selvicolturale sono infatti due le azioni da prevedere a breve termine:

A. lotta al Prunus serotina, già in parte attivata con i miglioramenti forestali in corso

B. imboschimento di 40 ettari, a partire dal 2023

Il progetto è in linea con i seguenti Sustainable Development Goals (SDGs):

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