“Quanto costa” la CO2? Per Stanford i costi esterni della CO2 valgono 220 dollari a tonnellata
Nature Climate Change ha pubblicato uno studio dell'Università di Stanford dal titolo "Temperature impacts on economic growth warrant stringent mitigation policy" secondo cui il "costo sociale" (cioè il costo economico verso la collettività, il "costo esterno") di ogni tonnellata di CO2 emessa in atmosfera vale 220 dollari.
Si tratta di un valore in assoluto molto alto, e comunque molto superiore al valore di 37 $/t CO2 che gli USA utilizzano come riferimento per ponderare le proprie strategie di politica energetica ed indirizzare le azioni di mitigazione climatica.
Si tratta di danni (quali appunto "costi esterni", o "esternalità") imputabili a diversi fattori collegati al climate change: da una minore produzione agricola, da una crescita dei problemi (e quindi dei costi) sanitari per i cittadini, dalla minor produttività dei lavoratori, dai costi di riparazione dei danni ambientali generati dai fenomeni meteoclimatici estremi,....etc.
Frances Moore, coautrice dello studio: "Stimiamo che il costo sociale del carbonio non sia di 37 dollari ma di 220. Questo perché occorre tener conto degli impatti del cambiamento climatico non solo sulla produzione economica, ma anche sul tasso di crescita economica, con un effetto permanente che si accumula nel tempo".
Lo studio introduce infatti una relazione funzionale fra i danni monetari ed i tassi di crescita delle economie mondiali, contabilizzando quindi come costo della CO2 anche la "mancata crescita economica" dovuta ai danni collegati al cambiamento climatico avvenuti negli anni precedenti: un effetto che non solo è permanente, ma che si accumula nel tempo.
Utilizzando il Dynamic Integrated Climate-Economy (DICE), i ricercatori di Stanford hanno cercato di contabilizzare l’influenza del global warming sulla modifica del tasso di crescita dell’economia globale, in maniera differente considerando Paesi Sviluppati rispetto a Paesi in via di Sviluppo.
Frances Moore: "Per 20 anni i modelli hanno assunto che il cambiamento climatico non possa influenzare il tasso di crescita di un'economia ma nuovi studi mostrano che ciò potrebbe essere falso. Se il cambiamento climatico impatta non solo sull'output economico di un Paese ma anche sulla sua crescita, allora questo ha un effetto permanente che si accumula nel tempo, portando ad un costo sociale della CO2 molto più alto".".
Si noti comunque che questo nuovo valore di 220 $/t CO2 rappresenta la prima indicazione di un nuovo approccio di ricerca, sicuramente da sviluppare e da migliorare, tenendo però presente che il già citato valore contabilizzato negli USA (pari a 37 $/tonnellata CO2) si costituisce comunque come valore di riferimento da non sottovalutare o trascurare, dal momento che è stato quantificato sulla base delle indicazioni di innumerevoli studi decine basati su modelli di simulazione matematica.
Delavane Dia, altra coautrice dello studio: "Se il costo sociale del carbonio è più alto, un numero maggiore di misure di mitigazione possono superare l'analisi costi-benefici".
Si possono infatti aprire prospettive interessanti per aprire a nuove azioni di mitigazione climatica per contrastare il cambiamento climatico, ad oggi ritenute troppo costose, ampliando il mix di azioni.
Speriamo però che questo non diventi il pretesto per orientarsi con più forza verso il costoso e non efficace CCS (Carbon Capture and Storage)!
Lo Staff di Rete Clima®