I cambiamenti climatici comportano un aumento di disagio psichico, malattie mentali e suicidi
Lo studio "A Climate of Suffering: The Real Costs of Living with Inaction on Climate Change" (“Un clima di sofferenza: il reale costo dell'inazione sul cambiamento climatico”), condotto da un team di ricercatori australiani con il coordinamento del Climate Institute, è arrivato alla conclusione che i cambiamenti climatici possono portare ad un aumento di situazioni di disagio psichico e sociale, che a loro volta possono spingere anche fino a malattie mentali e suicidi.
Questa situazione riguarda, in particolare, coloro che sono stati affetti da eventi meteoclimatici estremi (quali, per esempio, alluvioni, uragani, tempeste), che possono lasciare conseguenze psichiche incancellabili.
Lo studio ha analizzato un campione di popolazione australiana colpita dai disastri ambientali (si fa riferimento, in particolare, alla pesante siccità che ha colpito l’Australia nell’ultimo decennio -"The Big Dry"- accompagnata da incendi su vasta scala e intervallata da alluvioni), verificando l’esistenza di una correlazione positiva tra questi fenomeni (direttamente riconducibili ai cambiamenti climatici) e un tasso di problematiche psichiche e mentali superiori alla media nazionale.
Secondo lo studio, un trauma rilevante come può essere quello della perdita della propria abitazione o la perdita del lavoro in seguito a fenomeni ambientali catastrofici, sommato alla ripetizione degli eventi ed al fatto che (nella fase post-evento) si possa iniziare a percepire una minaccia persistente per la propria sicurezza, può portare ad ansia, depressione, stress post-traumatico.
Le conseguenze possono arrivare, come già detto, a problemi psichici, all’abuso di droghe ed alcol, a difficoltà relazionali, minando alla lunga la coesione sociale con pesanti ripercussioni anche per l’economia.
Tony McMichael (coautore dello studio): "Molti studi analizzano le conseguenze dei cambiamenti climatici sull'economia. Mancano invece lavori approfonditi sugli effetti sulla salute umana”.
E questo studio colma in parte questa lacuna, testimoniando di effetti sull'uomo concreti e visibili: reali e impattanti tanto quanto lo possono essere quegli stessi danni ambientali legati fenomeni meteoclimatici estremi (a loro volta innescati dal riscaldamento globale) che hanno portato all'insorgenza dei disturbi psichici in questione.
Ritornando al dato australiano, lo studio nota come la siccità decennale accompagnata dai più recenti cicloni, incendi e alluvioni ha portato all'indebolimento delle strutture sociali nelle aree esposte, tanto che nelle comunità rurali del Paese il tasso dei suicidi è aumentato dell'8%: tra i soggetti a maggior rischio psicologico ci sono i bambini, proprio a causa “di una percezione persistente di minaccia” che continuano a provare dopo essere stati esposti ai danni ambientali.
Ian Hickie (Direttore del Brain and Mind Research Institute): “Quello che finora è stato gravemente sottovalutato è l'effetto sulla coesione sociale, che è molto difficile da ricostruire e ha effetti critici sulla salute mentale degli individui".
E allora questo studio australiano fa davvero pensare, tanto più che –secondo testuali parole dello studio medesimo- gli ultimi 15 anni nel loro paese costituiscono “un'anteprima della vita sotto un riscaldamento globale incontrollato”.
Purtroppo bisognerà prepararsi al cambiamento del clima e del pianeta, meglio iniziare a farlo per tempo.
Lo Staff di Rete Clima®