UNFCCC: nuovi negoziati sui cambiamenti climatici

Alla luce di un vertice di Copenaghen che ha prodotto nulla di più di un documento di tre pagine in cui si promette un rapido aiuto finanziario ai paesi poveri più vulnerabili agli effetti del global warming limitando l’aumento della temperatura in questo secolo a 2 gradi Celsius rispetto alla media della prima età industriale (omettendo sia obiettivi vincolanti di riduzione dei gas serra per i paesi industriali, che la richiesta di limitare il previsto aumento delle emissioni alle economie in via di sviluppo).
Ivo de Boer (Segretario esecutivo dell’UNFCCC): “La riunione di Bonn è e sarà molto importante nella ricostruzione della stima verso tutto il processo per ristabilire la fiducia verso una strada da seguire che sarà aperta e trasparente da un alto ed efficiente dall’altro”.
Ma in questa sede di Bonn si affronterà anche la questione della revisione del complesso processo negoziale della Convenzione Onu, messo sotto critica dopo l'esito non convincente a Copenaghen: l'obiettivo è sempre quello di raggiungere un'intesa globale per la lotta ai cambiamenti climatici, proseguendo lungo la linea del Protocollo di Kyoto oppure con un nuovo trattato (proprio il tema sul quale si sono più volte spaccati le Parti a Copenhagen). A Bonn si dovrà fare il punto anche sull’Accordo di Copenaghen, recepito da 112 Paesi al mondo (sviluppati ed emergenti), che insieme rappresentano l’80 per cento circa delle emissioni globali derivanti dal consumo di energia.
Sul tavolo dei negoziati a Bonn anche la proposta di destinare fondi per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei Paesi poveri: l’accordo di Copenaghen promette 30 miliardi di dollari di fondi cosiddetti fast-start nel periodo 2010 – 2012 (7,2 dei quali offerti dalla UE), per arrivare a 100 miliardi di dollari l’anno nel 2020.
PV