Verra annuncia la sua nuova metodologia REDD consolidata e The Guardian lo attacca ancora: ma perchè?
Una strana situazione
Il quotidiano britannico The Guardian continua ad attaccare lo standard certificativo Verra, davvero la situazione appare curiosa.
La doverosa premessa è Rete Clima non ha particolari legami con Verra nè deve difendere alcuno, ma davvero queste dinamiche ci sembrano superare un livello tecnico che invece sicuramente potrebbe e dovrebbe essere l'oggetto di eventuali contestazioni.
Questa volta The Guardian imputa a Verra il voler "rottamare” il suo programma REDD dopo le investigazioni portate alla luce proprio dallo stesso giornale (in collaborazione con la testata tedesca Die Zeit) dal momento che REDD - a suo dire - sarebbe un sistema ormai obsoleto e fallace.
Le cose non stanno però esattamente così.
Nel nostro precedente articolo avevamo già espresso il nostro punto di vista riguardo l’inchiesta del quotidiano britannico The Guardian, il quale contestava duramente l’utilità e l’efficacia dei progetti REDD (Reducing emissions from deforestation and forest degradation) certificati secondo lo standard internazionale VERRA.
Già in quella occasione avevamo rappresentato come la metodologia REDD+ non possa evidentemente essere immune da critiche e da necessità di miglioramenti, essendo peraltro basata su un’analisi controfattuale che mira a stimare le emissioni evitate rispetto ad uno scenario teorico in assenza del progetto.
Sempre in quell'articolo introducevamo però anche il fatto che l'inchiesta di Die Zeit e The Guardian si basasse su una serie di premesse non solidissime, che potevano mettere in dubbio la ragionevolezza di un attacco di simile portata allo standard Verra.
Visto però che la metodologia REDD si basa su ipotesi, fin dalle sue origini è stata oggetto di continua indagine e sperimentazione da parte di scienziati, ambientalisti, economisti, policy makers: i quali, seppur consapevoli di quanto fosse difficile definire un framework tecnico, robusto ed affidabile, hanno sempre riconosciuto l’importanza di incentivare la diffusione di progetti di conservazione forestale.
Progetti che non sarebbero economicamente sostenibili se non tramite il ricorso a meccanismi di carbon finance, come appunto quello dei crediti di carbonio.
Ricordiamo infatti che i progetti di conservazione e tutela forestale REDD restano ad oggi uno degli strumenti più efficaci nel contrasto alla deforestazione, della perdita di biodiversità e della mitigazione climatica.
Nonostante i risultati finora raggiunti (si stima che i 78 progetti REDD attualmente registrati abbiano contribuito ad evitare 397Mt di CO2 in atmosfera[1]), la sfida ad oggi è tutt’altro che vinta: la scienza avanza, le tecnologie a disposizione migliorano e i sistemi socio-economici cambiano col tempo, per questi motivi è fondamentale che i requisiti e le metodologie dei programmi REDD siano periodicamente aggiornati in modo garantire un alto grado di affidabilità di pari passo con il manifestarsi dei cambiamenti di contesto.
Come già accennato anche nel nostro precedente articolo, gli sforzi dello standard VERRA vanno proprio in questa direzione.
Si tratta di un lavoro di continua revisione ed aggiornamento iniziato già diversi anni orsono, ben prima delle pressioni mediatiche esercitate dalle varie inchieste del The Guardian & co. degli scorsi mesi, e che hanno portato lo stesso standard ad annunciare il rilascio di un nuovo programma consolidato REDD previsto per il terzo trimestre 2023.
Quali gli aggiornamenti tecnici dello standard Verra REDD
La nuova metodologia consolidata REDD è un'evoluzione delle procedure esistenti e mira a fornire un modello di quantificazione robusto e trasparente delle riduzioni GHG derivanti da attività di conservazione forestale.
Tra le principali novità di questa nuova metodologia REDD segnaliamo:
- Periodi di riferimento più brevi. La proposta è di ridurre da dieci a sei anni il periodo in cui è necessario ricalibrare le baseline, in modo che le previsioni di deforestazione siano meglio rispondenti a periodi recenti.
- Assegnazione di baseline di tipo regionale. La proposta prevede di passare da una baseline di tipo individuale che attualmente viene verificata da revisori di terze parti e dallo stesso Verra, ad un sistema standardizzato di baseline regionali in conformità con i singoli profili di rischio e di vulnerabilità delle aree interessate dal progetto. In passato, le lacune nei dati ed alcuni limiti metodologici hanno impedito che tale approccio fosse adottato: in futuro, l’auspicio è che i dati raccolti in crowdsourcing relativi ai rischi della deforestazione vengano utilizzati come input per determinare in modo più accurato il rischio per l’intera area regionale.
- Consolidamento delle varie metodologie. Attualmente esistono cinque metodologie di deforestazione evitata non pianificata (Avoiding Unplanned Deforestation), ciascuna con un diverso approccio nel calcolo relativo alla baseline annuale, ai tassi di perdita effettivi e ai fattori di emissione, e che quindi pongono alcune difficoltà nella attività di comparazione. La soluzione proposta è quella di consolidare i vari approcci sotto un’unica metodologia che faccia sintesi delle best practice e ne migliori la coerenza.
- Digitalizzazione della misurazione, del reporting e della verifica (DMRV). Tramite il ricorso a tecnologie innovative si intende migliorare il sistema di monitoraggio e di verifica in tutti i progetti REDD. La proposta mira ad automatizzare il modo in cui i dati vengono raccolti, analizzati e convalidati, migliorando sia la trasparenza che l'integrità del programma. È già in corso un progetto pilota (avviato in novembre 2022) che sfrutta i dati di telerilevamento per misurare il carbonio delle foreste.
- Meccanismo di salvaguardia. Per evitare che possano sorgere dubbi sull’effettiva efficacia del progetto, verrà introdotto un meccanismo di salvaguardia semplificato che richiede allo sviluppatore del progetto di dimostrare che la riduzione della deforestazione nell'area di progetto supera le riduzioni che si verificano nella regione di riferimento.
La versione iniziale di questa nuova metodologia interesserà solo i progetti che evitano la deforestazione non pianificata (Avoiding Unplanned Deforestation) a cui poi saranno integrati nel tempo i moduli che stabiliscono requisiti per i progetti di contrasto al degrado forestale e la deforestazione pianificata (Avoiding planned Deforestation).
Questa sequenza temporale sfalsata consente inoltre allo standard Verra di sviluppare e rendere operativa la nuova metodologia REDD consolidata.
I progetti REDD possono scegliere di utilizzare la metodologia REDD consolidata in qualsiasi momento dopo la sua pubblicazione nel 2023 con un termine ultimo posto al 31 dicembre 2025, data entro la quale tutti i progetti VCS REDD dovranno allinearsi a questa nuova metodologia.
In conclusione: c'è un grosso lavoro in corso, da tempo, per il miglioramento degli standard tecnici di generazione dei carbon credits. Come già scritto nell'altro articolo, non si capisce il motivo di questi attacchi verso uno standard che non è certamente perfetto ma che ha molto da offrire per la tutela e conservazione degli ecosistemi forestali nel Mondo.
SC e PV per Rete Clima
[1] The State of Carbon credit 2022, Volume 1, Spotlight on REDD+, Sylvera