Carbon sink e bilancio globale di carbonio
Qualche giorno fa scrivevamo di due valutazioni circa la quantità di carbonio stoccato negli ecosistemi forestali e circa i flussi di CO2 in assorbimento da parte del medesimo comparto (cioè l’“attività sink” operata dalle piante).
Riportiamo ora anche un altro articolo scientifico recentemente pubblicato sulla rivista Science (dal titolo "A Large and Persistent Carbon Sink in the World’s Forests") a cura del Dott. Yude Pan e dei suoi assistenti presso il Servizio Foreste del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, secondo cui nel periodo 1990-1999 le foreste hanno sottratto annualmente all'atmosfera in media 1,04 miliardi di tonnellate di carbonio ogni anno, mentre nel periodo 2000-2009 hanno annualmente sottratto all'atmosfera 1,20 miliardi di tonnellate di carbonio (pari a circa 4,3 GtCO2, in quanto il C è elemento alla base della molecola di quella CO2 che attualmente è il più rilevate gas ad effetto serra).
Si tratta quindi di un aumento della capacità di assorbimento di gas serra di oltre il 15%, in linea con la conoscenza scientifica che ci dice che le foreste reagiscono all'aumento di anidride carbonica in atmosfera con un aumento della loro attività fotosintetica (e quindi della CO2 fissata sotto forma di carbonio organico nelle molecole vegetali).
Dall'articolo di Yude Pan si può anche estrapolare un bilancio del ciclo del carbonio: secondo l’articolo, infatti, nel decennio 1990-1999 sono state immesse in atmosfera da parte dell’uomo circa 8,0 miliardi di tonnellate di carbonio/anno (GtC), mentre nel periodo successivo (2000-2007) le emissioni antropiche sono ammontate a 8,7 miliardi di tonnellate di carbonio/anno (pari a oltre 30 GtCO2, conformemente alle indicazioni espresse dalla IEA che per il 2010 offriva un dato di emissione di CO2 pari a 30,6 GtCO2).
Si tratta di un aumento di quasi il 9%, principalmente frutto di un massiccio aumento delle emissioni da fonti fossili (passate da 6,5 a 7,7 G t C/anno, pari ad un +17%) in qualche modo compensato dalla diminuzione della deforestazione (le cui emissioni di carbonio associate sono passate da 1,5 miliardi di tonnellate/anno nel periodo 1990-2000 a 1,1 miliardi di tonnellate/anno nel periodo 2000-2007, pari al - 27%).
Venendo a parlare nello specifico del periodo 2000-2007 e volendo chiudere il bilancio del carbonio emesso ed assorbito annualmente, gli oceani hanno assorbito circa 2,3 GtC/anno (in aumento di 0,1 miliardi rispetto al decennio precedente) mentre gli ecosistemi terrestri hanno circa assorbito altrettante 2,3 GtC/anno (in diminuzione di 0,2 miliardi rispetto al decennio precedente). Si tratta quindi di un sequestro naturale di CO2 pari a 4,6 GtC/anno, a fronte delle già citate 8,7 GtC/anno emesse annualmente: si tratta quindi di una differenza di ben 4,1 miliardi di tonnellate che annualmente va ad aggiungersi al carbonio già presente in atmosfera, aggravando il bilancio radiativo terrestre e aumentando così l’effetto serra naturale (con la conseguenza di riscaldare il clima).
Stando a questi dati, quindi, il "sistema Terra" riesce ad assorbire il 53% delle emissioni antropiche di carbonio, mentre il restante 47% contribuisce ad aggravare i cambiamenti climatici.
Tutto questo ciclo virtuoso (solo a livello forestale, non per quanto riguarda le emissioni antropiche!) può però reggersi finchè viene assicurato un adeguato contrasto alla deforestazione.
Proprio a questo proposito, secondo Yude Pan: “Aggiungendo carbonio “fossile” (cioè prelevato dal sottosuolo”, n.d.r.) proveniente dai carburanti fossili nell’attuale ciclo del carbonio e affidandosi al sequestro nel comparto biosferico non è un processo privo di rischi fino a quando questo sequestro sarà reversibile a causa dei cambiamenti climatici e dell’azione umana” (di deforestazione).
Il messaggio è chiaro.
Lo staff di Rete Clima®